Ci sono anche dei catanesi fra le sedici persone arrestate per estorsione e riciclaggio coinvolti nell’operazione condotta dalla procura di Potenza. Il gip ha disposto 16 arresti per associazione per delinquere finalizzata all’estorsione, truffa aggravata, riciclaggio e auto riciclaggio.
In carcere sono finiti Mirko Cicirello, torinese di 26 anni e Alfio Cangelosi, nato a Moncalieri a Torino 30 anni fa.
Arresti domiciliari, invece, per Patrizia Cangelosi, 59enne di Torino; Alfredo Cicirello, 20enne di Catania; Anthony Pappalardo, 23enne di Catania; Giovanni Santoro, 42enne di Catania; Rosaria Caruso, 37enne di Catania; Pietro Santoro, 26enne di Catania.
Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria quotidiana per Mafalda Margherito, 55enne nata a Brindisi; Agata Maria Spanò, nata a Catania 20 anni fa. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, invece, per Paolo Beria, 41enne di Torino; Vincenza Cangelosi, 26enne di Moncalieri; Innocent Omoruy, 42enne nigeriano; Rosetta Militi, 43enne di Catania; Lucia Paternò, 47enne di Catania e Gloria Uhizebor, nigeriano di 39 anni.
Gli indagati, a vario titolo, sono state eseguite insieme ad altrettante perquisizioni personali e domiciliari. Gli indagati sono ritenuti a vario titolo gravemente indiziati di aver promosso, diretto, organizzato, partecipato o fornito concorso esterno ad un’associazione per delinquere operante in tutta Italia finalizzata all’estorsione in danno di enti religiosi e cooperative socio assistenziali, truffa aggravata ai danni di privati, riciclaggio e auto riciclaggio dei proventi dei citati reati allo scopo di ostacolare l’identificazione della loro provenienza delittuosa.
L’indagine era stata avviata nel 2018 a seguito di una denuncia sporta alla procura di Potenza dalla rappresentante legale di una scuola paritaria dell’infanzia di Oppido Lucano che aveva già subito due estorsioni da un tale “dottor Messina” e continuava a subire da questi minacce ed ulteriori richieste di versamenti.
Attraverso intercettazioni telefoniche e riscontri documentali è stata individuata un’organizzazione criminale composta da catanesi, alcuni dei quali residenti a Torino e da piemontesi, spesso legati fra loro da vincoli di parentela, che agiva seguendo un “copione” consolidato.
Nel corso dell’indagine sono state accertate cinque estorsioni consumate e 132 tentate in cui i responsabili delle strutture contattate, per svariati motivi, non hanno aderito alle richieste estorsive. In 17 altre occasioni, le estorsioni non sono state perfezionate grazie ai militari dell’Arma competenti per territorio, tempestivamente informati dai colleghi di Potenza.