Continua con successo la rassegna firmata Fondazione the Brass Group che sinora ha registrato per i concerti proposti tutti sold out. “Brass in Jazz” vedrà in scena questo fine settimana, 21 e 22 dicembre, sempre con doppio turno alle ore 19.00 e 21.30 al Real Teatro Santa Cecilia, Raul Midón con il concerto “If you really want”.
Il New York Times dice di lui: “Raul Midón è un autentico one-man band che riesce a trasformare la chitarra in un’intera orchestra e la voce in un gran coro” così come The Guardian “Raul Midón ha una voce adorabile, un timbro tenorile magnificamente controllato attraverso il quale è in grado di esprimere qualunque sentimento, dalla tenerezza alla passione più infuocata”.
Quello del cinquantatreenne cantante e chitarrista del New Mexico è un talento che non è affatto esagerato definire prorompente se è vero che per esprimersi appieno ha dovuto affrontare e superare l’ostacolo terribile dell’oscurità che lo ha avvolto fin dalla prima infanzia. Un handicap, quello della cecità, che Midón ha superato grazie a due elementi fondamentali: innanzitutto le sue doti umane di coraggio, determinazione e forza d’animo e subito dopo il grandissimo amore per la musica, una passione intensa e viscerale che sostenuta da un talento fuori dall’ordinario gli ha consentito di raggiungere traguardi artistici di altissimo livello. Spronato dai genitori, Midón si accosta piccolissimo alla batteria per poi passare alla chitarra della quale apprenderà ogni segreto studiando in scuole e accademie specializzate per ciechi.
A ventiquattro anni si laurea in jazz presso l’università di Miami e da quel momento la musica diventa anche una brillante prospettiva professionale, soprattutto come collaboratore di big del calibro di Shakira, Enrique Iglesias, Marc Anthony, Alejandro Sanz, Christina Aguileira e molti altri celebri artisti latinoamericani che rimangono incantati dalla sua vocalità intensa e ricca di emozioni.Diviene in breve turnista tra i più richiesti e questa intensa attività contribuisce a far maturare ulteriormente il suo talento, arricchendone enormemente il bagaglio artistico ed ampliandone di molto la tavolozza espressiva.
Evolve anche come chitarrista ed alle iniziali influenze assorbite dal soul-jazz di George Benson e dal rhythm’n blues della Steve Miller Band aggiunge molti altri colori, forgiando ben presto un linguaggio assai personale nel quale molti ravvisano forti affinità col modello stilistico voce-chitarra rappresentato da Paul Simon. All’inizio del nuovo millennio Midón decide di diradare l’attività come turnista per concentrarsi maggiormente sulla carriera solista. Il nuovo percorso è segnato da collaborazioni prestigiose, come quelle ad esempio con Herbie Hancock e con Stevie Wonder, e da dischi di notevole caratura come “State of mind”, “A world within a world”, “Synthesis”, “Don’t hesitate” e, soprattutto, “Bad ass and blind”, album del 2017 che non solo ne sancisce la definitiva consacrazione a star mondiale del soul-jazz ma sin dall’ironico titolo (“tosto e cieco”) rivela quanto grande sia la forza interiore di questo artista capace di scherzare senza alcuna soggezione della propria menomazione.
Il suo ultimo album, realizzato l’anno scorso con la prestigiosa formazione olandese Metropole Orkest diretta dalla celebre bacchetta statunitense di Vince Mendoza, ha l’emblematico titolo “If you really want”, frase che compendia con straordinaria efficacia il senso più autentico della vicenda umana ed artistica di Raul Midón, oggi riconosciuta icona internazionale almeno per tre buone ragioni: intanto per il suo canto intenso e dalle profonde vibrazioni, poi per aver portato nel jazz e nel soul uno stile assai personale intriso di flamenco che adotta tocco e arpeggi tipici della chitarra classica e, infine, per la bellezza e lo spessore delle canzoni da lui composte.