I carabinieri della stazione catanese di Calatabiano hanno disarticolato un gruppo criminale dedito alle truffe on line con un telefono clonato. Sono 21 le persone finite nel registro degli indagati. Tra loro anche quattro donne. Sono tutti residenti tra i comuni di Catania, Aci Catena, Giarre, Milo, Acireale e in provincia di Roma.
Gli indagati devono rispondere, a vario titolo, di associazione per delinquere allo scopo di commettere una serie indeterminata di frodi, truffe online, sostituzione di persona, ricettazione e riciclaggio di ingenti somme di denaro nonché di indebito utilizzo e falsificazione di carte di credito e pagamento.
La procura di Catania ha emesso l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a carico del gruppo criminale. Erano tre i promotori del sodalizio criminale operante in prevalenza nel comprensorio giarrese, specializzato nelle truffe on line.
L’input investigativo era nato dalla denuncia presentata ai carabinieri da un commerciante calatabianese che lamentava di aver visto volatilizzarsi tutti i 9 mila euro depositati sulla propria postepay evolution.
L’uomo, mentre si trovava fuori provincia, aveva provato senza riuscirvi ad effettuare alcune operazioni con la carta prepagata e ne ha bloccato il suo utilizzo. Al rientro in sede ha scoperto che uno sconosciuto, con l’esibizione all’impiegata di un documento d’identità e codice fiscale falsi attestanti però i suoi dati anagrafici, aveva già richiesto e ottenuto un’altra carta prepagata con cui aveva prelevato l’intero suo credito, frazionandolo e distribuendolo ai complici su ulteriori carte prepagate intestate a diversi prestanome di comodo.
La vittima ha verificato numerosissime transazioni di pagamento relative ad acquisti su piattaforme online. Il commerciante ha riferito ai carabinieri che, qualche giorno prima, aveva avuto dei problemi con la propria linea telefonica mobile scoprendo in quel’occasione che qualcuno, a sua insaputa, con una denuncia di smarrimento sempre a suo nome.
Le verifiche dei carabinieri hanno permesso di dare un volto e un’identità all’uomo presentatosi all’ufficio postale e alla rete dei sodali all’organizzazione consentendone anche l’identificazione. Nel corso delle indagini è anche emerso che alcuni soggetti facenti parte del sodalizio stavano effettuando transazioni nell’ufficio postale di Calatabiano Pasteria con le stesse modalità, incassando e poi distribuendo a terzi considerevoli somme di denaro.
Altre vittime anche nel centro Italia avevano visto volatilizzarsi in complesso 109 mila euro, tutti confluiti nelle casse dell’organizzazione criminale.
Gli abili truffatori utilizzavano il famigerato sistema “Sim Swap Fraud” che con la clonazione della line telefonica utilizzata dalla vittima, permetteva di acquisire i propri dati personali e permettere al malintenzionato di interagire direttamente con istituti di credito e pubbliche amministrazioni per l’effettuazione di operazioni nell’assoluta inconsapevolezza delle vittime che solo in un secondo momento si rendevano conto di essere state truffate.