Ieri trenta camminatori trasversali, guidati dagli ideatori dell’evento, sono arrivati a Comiso per il secondo cammino internazionale della trasversale Sicula. A guidarli sono stati Tano Melfi, Peppe De Caro e Giuseppe Labisi che oggi sono ripartiti dalla città di Diana alla volta di Donnafugata.
Si tratta della penultima tappa del cammino partito da Mozia il 4 ottobre e che si concluderà domani a Scoglitti. “I nostri complimenti ai camminatori che, in questo periodo di frenesia, hanno il coraggio di prendersi del tempo – dice il sindaco – per camminare osservando la natura, conoscendo altre persone, guardandosi dentro e riflettendo sui nostri pensieri, le nostre sensazioni e le nostre emozioni.
Il progetto della Trasversale sicula è una grossa risorsa per la città che deve essere pubblicizzata attraverso un passaparola generale. Ringrazio tutti gli sponsor, veramente tanti – prosegue il primo cittadino comisano – che ci hanno collaborato sia per il trasporto dei camminanti tramite navette elettriche, sia per le degustazioni dei nostri prodotti tipici”.
Ad accogliere i camminatori è stato il sindaco Maria Rita Schembari, tutto l’uffici turistico guidato dalla responsabile dell’area, dottoressa Tina Cassibba e coordinato da Concetta Rizzo. A fianco del comune, la pro loco di Comiso, con la presidentessa Maria Stella Micieli e tutto il consiglio direttivo, che ha ospitato i camminatori per un buffet messo a disposizione da aziende del territorio.
Inoltre, il club Unesco, guidato da Tina Vittoria D’Amato, l’Unpli rappresentata da Roberto Patanè, responsabile dei cammini e presidente della Pro loco di Mascali
Ad accogliere i camminatori anche il Cai con il vicepresidente regionale Riccardo Battaglia e il dirigente scolastico Maria Giovanna Lauretta e gli alunni del liceo Carducci di Comiso che oggi hanno seguito i camminatori per la penultima tappa del percorso.
Ieri pomeriggio i camminatori hanno presentato alla città il loro progetto nella sala cetacei del museo di storia naturale. “Camminare – ha detto Melfi, ideatore del progetto – è una forma di fede, di crescita interiore, di confronto anche con le persone che si incontrano, è un andare oltre le barriere anche linguistiche visto che tra i camminatori ci sono anche americani e inglesi”.
“I camminatori non si fermano neppure con l’allerta meteo – ha aggiunto Peppe de Caro – basta un buon equipaggiamento e, più fango c’è, più ci si innalza in volo. In cammino si crea una sorta di magia che ci porta a conoscere persone molto diverse: un patrimonio che rimane perenne”.