Sono 17 i ristoranti siciliani premiati nella famosa guida con le stelle Michelin 2020 giunta alla 65esima edizione. Son odue le new entry siciliane. Si tratta del ristorante Zash dell’omonimo boutique hotel di Riposto in provincia di Catania e il ristorante Otto Geleng del grand hotel Timeo di Taormina, nel messinese.
Due i ristoranti premiati con le due stelle, fra i riconfermati: La Madia a Licata, nell’agrigentino, dello chef Pino Cuttaia e il Duomo a Ragusa dello chef Ciccio Sultano. Una stella è andata a 15 ristoranti: Coria a Caltagirone, nel catanese; Sapio a Catania; Shalai a LInguaglossa nel catanese; Zash a Riposto nel catanese; Signum a Salina, nel messinese, Cappero a Vulcano, nel messinese, La Capinera, St. George by Heinz Beck e Otto Geleng al Timeo a Taormina nel messinese; I pupi a Bagheria nel palermitano; Bye bye blues a Palermo; Il bavaglino a Terrasini nel palermitano; Accursio a Modica nel ragusano e Locanda Don Serafino e La Fenice a Ragusa.
Abbiamo ascoltato lo Chef Toro che ha portato il ristorante Otto Geleng a questo risultato. “La guida Michelin – dice – è un riconoscimento ambitissimo e sono profondamente grato al grande lavoro di squadra che ha portato il ristorante Otto Geleng a questo risultato”.
Il ristorante Otto Geleng è stato inaugurato nel 2018 e nasce come omaggio al pittore tedesco che per primo vide in Taormina una meta di alto livello turistico. Ospite di casa La Floresta, Otto Geleng convinse la famiglia ad aprire il Timeo nel 1873 e fu il primo hotel della città.
Il dehòr del ristorante traduce l’eleganza tipica delle ville siciliane di un tempo, dove la tavola era epicentro per accogliere gli ospiti più importanti. Volutamente intimo, il piccolo ristorante gioiello accoglie solo “otto” tavoli da 2, incorniciati in un terrazzo fiorito e affacciati sulla baia di Naxos e sul maestoso Etna.
Il team del ristorante Otto Geleng vede accanto a Chef Roberto Toro: Stefano Lo Giudice (Food&Beverage Manager), Giuseppe Privitera (Restaurant Manager) e Simona Di Goro (Maitre Sommelier).
Un ristorante tutto siciliano a partire dallo chef, classe 1975 che cresce in una famiglia contadina a Palagonia, in provincia di Catania. Dopo aver conseguito il diploma alberghiero, inizia a viaggiare e confrontarsi con nuove tradizioni culinarie, ma il suo stile rimane legato alle radici della cucina territoriale. Nel 2006 Roberto decide di tornare in Sicilia, al Belmond grand hotel Timeo di cui è executive chef dal 2012. La sua cucina si basa sull’equilibrio e l’armonia tra sapori semplici e prodotti genuini.
La sua filosofia di cucina è influenzata dalle memorie di bambino e dai giorni trascorsi in cucina con la sua famiglia. I suoi piatti richiamano i colori, gli odori e i sapori della sua infanzia – le arance rosse coltivate dal padre, l’odore del pane fresco fatto in casa da sua madre e la salsa di pomodoro preparata dalla nonna.
Nel 2017 Toro si è occupato della cena di gala per i capi di Stato partecipanti al G7 di Taormina, ha inaugurato la settimana della cucina italiana negli Stati Uniti presso l’ambasciata italiana a Washington e ha pubblicato il suo primo libro, Piacìri, un invito alla scoperta delle località meno note della Sicilia attraverso i profumi, i colori e i sapori degli ingredienti autoctoni.