Tortorici (Me): dalla Sicilia a Monza a scrivere fiabe per bambini

“Scrivo da sempre perché scrivere è un esercizio che mi aiuta a pensare, a meglio capirmi e capire le ragioni altrui”. Così si descrive Patrizia Franchina, nata a Tortorici, nel messinese, 63 anni fa, insegnante della scuola primaria, laureata in pedagogia e che oggi vive a Vimercate in provincia di Monza e scrive libri per bambini.

I primi appuntamenti con la scrittura sono stati quelli delle storie per i miei figli Mariano, Alessandro e Davide e per gli alunni “perché a volte quando hai un tema da introdurre – ci dice  la scrittrice – o un argomento difficile da affrontare, farlo attraverso una narrazione è più facile e il messaggio arriva più chiaramente perché privato dall’aspetto personale e filtrato dalla mediazione di un personaggio fittizio ed esterno”.

Le storie di Patrizia Franchina parlano del quotidiano, dello stare bene prima con sé stessi e poi con gli altri, ma anche del bullismo, una delle piaghe moderne e dell’accettarsi e accettare le diversità proprie e altrui. “La nostra società tende all’omologazione esteriore, dei gusti , delle necessità e purtroppo del pensiero – prosegue l’autrice – è quindi necessaria una riscoperta della propria individualità ( che non vuol dire essere individualista) ma conoscere se stessi, accettarsi nei propri limiti e difetti, valorizzare i punti forza e lavorare sulle debolezza e sopratutto fare esercizio di pensiero libero e critico.

La scuola è davvero una palestra in cui occorre guidare i bambini a saper stare con gli altri e a e con se stessi, i mie racconti quindi, pur non essendo pedanti ( i miei alunni sono i miei primi critici), vogliono essere un’occasione di divertimento, di un sorriso, ma anche di un pensiero, di una riflessione leggera ma non banale, non danno responsi e non fanno moralismo ma cercano di sollevare problemi, dubbi su cui riflettere.

“Ho amato sin da piccola la lettura – prosegue l’autrice – leggo molto anche adesso, così come ho cominciato a scrivere prestissimo non pensando mai di pubblicare nulla, ma trovando nella scrittura un esercizio per pensare e riflettere. Spesso però mi è capitato di scrivere delle storie per i miei alunni, per discutere con loro di una data problematica o di una determinata situazione, in questi casi le mie storie mi hanno aiutata ad introdurre l’argomento che avevo a cuore e mi hanno facilitato il compito. I miei alunni hanno sempre apprezzato le mie storie definendole divertenti, intriganti e strane per i finali a sorpresa.”

Qualche anno fa Patrizia Franchina ha pubblicato alcune delle sue favole e dei racconti, mentre molte altre sono andate smarrite nel corso degli anni. Nel 2014 è stato pubblicato “La zebra a pois e altre storie” con la casa editrice Erickson  e nel 2015 “Ti racconto una storia” con la casa editrice Giovane Holden, una breve antologia di racconti sulla diversità e lo star bene insieme e con sé stessi. Nel 2016 nella cornice di un antico palazzo romano, tre delle favole dell’autrice hanno vinto il concorso nazionale letteratura contemporanea e sono state inserite nell’antologia “Storie a colori”.

E, ancora, nel marzo 2017 una storia inedita “Albertino a tutto gas” è arrivata finalista al concorso Bukowski e inserita nell’antologia omonima

Principalmente la mia vita è stata dedicata alla famiglia e al lavoro – ci spiega Patrizia Franchina – ma ho trovato il tempo per far parte della redazione di un giornale on line “Piccola città” scrivendo articoli sull’educazione, la società, l’attualità oltre ad altri impegni sociali nella mia città.

L’ultima pubblicazione è “Sogno su tre zampe”, la prima di cinque storie che hanno come protagonista un gattino zoppo e con la coda storta, uno sgorbi etto, uno scherzo della natura che sa sognare e lottare per realizzare i propri scopi contro ogni evidenza, che guarda alle cose con l’incanto di un bambino e tutto riesce a sorprenderlo e ad aprirgli nuovi orizzonti.

“E’ un gattino speciale, curioso – racconta la Franchina – che si pone delle domande e trova dentro di sé la forza di compiere delle scelte a volte difficili, perché la vita, in fondo, ogni giorno ci pone davanti delle scelte che  dobbiamo imparare ad affrontare in modo sempre più consapevole.

Il gattino, a cui nessuno ha dato un nome perché tutti erano convinti che non ce l’avrebbe fatta, a cominciare dalla padrona, che vuole annegarlo lì per lì nel secchio, ai suoi fratelli, agli altri animali della fattoria che non disdegnano di assestargli una beccata, un calcio o un ringhio, lascia un suggerimento a tutti o una speranza: se vuoi, ce la può fare!

Il micetto con la coda storta, facendo il doppio della fatica dei suoi fratelli, impara a vivere in quel mondo ostile e con la sua andatura stortignaccola da ubriaco, afferma il suo diritto di stare al mondo e infatti grida, dall’alto di un pollaio, al cielo e alla Terra:  “IO SONO UN GATTO! UN GATTO SCIANCATO E STORTO… MA…PUR SEMPRE UN GATTO!!!

Mamma gatta non capisce la sua curiosità e la sua voglia di vivere pericolosamente e lo scoraggia in tutti i modi, per paura di perderlo e per amore, diventa crudele anche lei: “mettiti in testa che tu non potrai “mai” fare quello che fanno gli altri e non potrai “mai” lasciare questa fattoria!”. Ma la volontà del piccolo sciancato è più forte delle sue paure, delle cattiveria e della sfiducia altrui, dell’amore per la mamma; il gattino lotta e vince.  Diventa quel che vuole, tra fantasia e sogno, a modo suo, viaggia e vive come ha sempre voluto e  lotta ogni giorno contro i propri limiti”.

Una storia, questa, che invita il lettore a seguire i propri sogni senza farsi scoraggiare dalle difficoltà, sia da quelle rappresentate dal pregiudizio altrui, sia da quelle legate ai propri stessi limiti. È un invito a conoscersi, per essere consapevoli di sé, ma anche ad avere il coraggio di rischiare pur nella convinzione che la strada per realizzare i propri sogni passa per la fatica e l’impegno.

Il gattino infine torna a casa, alla fattoria, combattuto tra il desiderio di rivedere chi ama  e il desiderio di vivere nuove avventure! Davanti alla staccionata deve di nuovo scegliere e lo fa: riprende a viaggiare! Nelle storie successive, il gattino,  attraverso l’amicizia con una bambina, conoscerà il mondo degli umani e darà al lettore il suo punto di vista sul mondo.

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