Legambiente, Lipu e Wwf, dopo l’uccisione di un Falco Pecchiaiolo, chiedono la sospensione della caccia in tutta la provincia di Trapani. È questo l’appello delle associazioni all’assessore regionale dell’agricoltura, Edy Bandiera, dopo l’uccisione del falco pecchiaiolo.
“Anche quest’anno – scrivono le associazioni ambientaliste in un comunicato congiunto – la provincia di Trapani si contraddistingue per l’ennesimo grave episodio di bracconaggio a carico di specie di avifauna particolarmente rare e protette”.
Con un documento inviato all’Assessore regionale dell’Agricoltura, on. Edgardo Bandiera, le Associazioni ambientaliste siciliane LEGAMBIENTE, LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) e WWF Italia (World Wide Fund for Nature) hanno chiesto l’emanazione di un urgente decreto per sospendere, con effetto immediato, l’esercizio venatorio almeno fino al 31 ottobre nell’intero territorio della provincia di Trapani, a seguito di gravi casi di bracconaggio.
Lo scorso 14 settembre, infatti, un esemplare di Falco Pecchiaiolo (specie migratrice particolarmente protetta) è stato mortalmente ferito da colpi di fucile da un cacciatore di frodo nelle campagne di Marsala; nei giorni scorsi, sempre nel Trapanese, grazie ad un’operazione anti-bracconaggio del Corpo Forestale regionale, sono stati sanzionati 5 cacciatori per aver violato le norme sull’attività venatoria ed è stato sequestrato un richiamo acustico elettronico, posizionato per il prelievo illegale della Quaglia alla foce del fiume Belice, ancorato al suolo e blindato con una cassetta metallica!
“Anche quest’anno la provincia di Trapani si contraddistingue per l’ennesimo eclatante quanto grave episodio di bracconaggio a carico di specie di avifauna particolarmente rare e protette: già un anno fa –
ricordano LEGAMBIENTE, LIPU e WWF – a Mazara del Vallo, sempre nel trapanese, era stato ucciso un giovane esemplare di avvoltoio Capovaccaio (specie in via di estinzione) liberato in Basilicata nell’ambito del progetto europeo LIFE “Egyptian vulture”; pochi giorni dopo è stata colpita, sempre con armi da caccia, una rara e minacciata Aquila di Bonelli, monitorata nell’ambito del progetto LIFE “ConRaSi” grazie ad un trasmettitore satellitare, rinvenuta morta nelle nel Comune di Fulgatore (Tp); altri due rapaci particolarmente protetti – due esemplari di Nibbio bruno in migrazione – erano stati uccisi con arma da fuoco nell’agro di Calatafimi (Tp), subito dopo l’apertura della stagione di caccia”.
La sospensione della caccia ridurrebbe i rischi di abbattimento o ferimento, nel periodo di migrazione autunnale, di avifauna spesso appartenente a specie minacciate, monitorate e studiate nell’ambito di progetti scientifici di livello nazionale ed internazionale (progetti finanziati dall’UE; progetti del Ministero Ambiente; ecc.); inoltre, va ricordato che già il “Piano d’Azione nazionale per il contrasto degli illeciti contro gli uccelli selvatici” elaborato dal Ministero dell’Ambiente e da ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), in collaborazione con il Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dell’Arma dei Carabinieri, indica la Sicilia occidentale e , in particolare, proprio la Provincia di Trapani quale “black-spot” di massima attenzione per il bracconaggio, ovvero un buco nero nel quale vengono ogni anno perpetrati dai bracconieri numerosi reati, come l’uccisione di specie migratrici protette o l’uso indiscriminato di richiami elettroacustici di genere vietato.