Era stato accusato di corruzione e abuso d’ufficio in concorso. Adesso l’ex vicesindaco di Erice, Angelo Catalano, ha patteggiato una condanna ad un anno e nove mesi.
Il provvedimento è stato disposto dal gup Emanuele Cersosimo di Trapani. Angelo Catalano, ai domiciliari con braccialetto, era stato arrestato a febbraio dai carabinieri di Trapani, ma era tornato in libertà a luglio dopo che il legale aveva ottenuto il parere positivo per il patteggiamento, anche in seguito ad alcune ammissioni dell’ex vicesindaco.
Oggi Catalano ha revocato l’incarico al precedente legale, nominando l’avvocato Francesco Moceri e chiedendo la revoca della richiesta del patteggiamento. Il giudice per le udienze preliminari, però, dopo averlo interrogato, ha rigettato tale richiesta di revoca.
Catalan, secondo l’accusa, avrebbe operato con spregiudicatezza e disprezzo verso l’amministrazione essendo ormai abituato al potere e a servirsi del proprio ruolo, realizzando interessi personali e privati.
In qualità di vicesindaco e di assessore a territorio e ambiente, Catalano avrebbe ottenuto indebiti profitti da aziende che stavano eseguendo dei lavori su mandato del comune di Erice e di aver favorito un’attività privata riferibile alla consigliare comunale Francesca Miceli, anche lei nel libro degli indagati, su sua istigazioni per ottenere un voto favorevole all’approvazione del piano rifiuti di Erice.
Le indagini avevano coinvolto anche altre sei persone, gli imprenditori Matteo Barraco, Giovanni Pomara e Pietro Saullo nonché la consigliera Francesca Miceli già indagata per voto di scambio e il marito Fabio Grammatico.