Al suono leggendario di una brogna, grande conchiglia usata da pescatori e contadini per comunicare a distanza, è stata inaugurata all’Isola Bella di Taormina, “Lighea. Il mito e la Sirena” di Alessandro La Motta, raccolta di 30 tavole realizzate su tela e carta con tecnica mista e ispirate al racconto omonimo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. La mostra – visitabile per tutto il mese di settembre – fa parte di Naxos Legge ed è realizzato in collaborazione con il Parco Archeologico Naxos Taormina, diretto da Gabriella Tigano.
Fra le pagine di “Lighea” prende vita quello che l’autore definisce un “incantamento”, un “prodigio”: ossia l’incontro straordinario – che sfocia in perduto innamoramento – fra un giovane studioso dei classici greci, Sasà La Ciura, e la figura leggendaria e fiabesca di una giovane sirena, Lighea appunto, che un giorno d’estate affiora dalle acque del mare. Scenario della love story la spiaggia di Punta Izzo, ad Augusta, nel silenzio e nella temporanea e benefica “tregua” dalla Grande Guerra – La Ciura era in congedo da militare – di una torrida estate sicula del primo Novecento.
Grande la suggestione per i visitatori dell’Isola Bella dove il verde della macchia mediterranea è abbracciato dal mare: una “linea blu” costante da una finestra all’altra della dimora storica, a tratti interrotta dall’apparizione della sirena sulle tavole di La Motta e da brani estratti dal racconto.
Inaugurata ad Augusta due anni fa, “Lighea” è stata al Teatro Tondelli di Riccione, accompagnata dal recital di Luca Zingaretti – che della sirena di Tomasi di Lampedusa ha fatto un suo cavallo di battaglia a teatro (di recente, proprio nel teatro greco di Siracusa) – , poi al Caffè letterario italiano di Malta e, questa estate, a Villa Piccolo a Calanovella (Capo d’Orlando, ME), sede della Fondazione Famiglia Piccolo. Alla mostra è dedicato un catalogo curato da Marinella Fiume, Mariada Pansera e Fulvia Toscano, direttore artistico di Naxoslegge, presenti insieme all’artista all’inaugurazione durante la quale sono stati letti brani del racconto di Tomasi di Lampedusa.
La mostra “Lighea” di Alessandro La Motta è allestita al secondo piano della dimora storica di Isola Bella e la visita è inclusa nel biglietto di ingresso al sito.
Collegata alla terraferma da un sottile istmo di spiaggia – che affiora o viene sommerso dalle acque a seconda della marea – Isola Bella è da millenni un luogo incantato, una vera e propria icona, insieme al Teatro antico, del paesaggio di Taormina e della natura lussureggiante e generosa della Sicilia.
Sotto il profilo ambientale e paesaggistico rappresenta un unicum, un monumento naturale: l’asperità delle rocce calcaree, le camere con vista e i vari belvedere sono collegati da minuscole scale interne ed esterne, scavate nella roccia; volte e passaggi sono mimetizzati con la pietra locale. Flora e fauna sono protette. La storia dell’Isola Bella inizia con Ferdinando I di Borbone che nel 1806 la donò al sindaco di Taormina, Pancrazio Ciprioti. Nel 1890 fu acquistata da Florence Trevelyan, filantropa e naturalista britannica che, trasferitasi a Taormina, vi introdusse le prime essenze esotiche. Successivamente l’Isolabella passò alla famiglia Lo Turco che a sua volta la cedette nel 1938 alla famiglia Bosurgi, noti imprenditori messinesi che, nel rispetto dei luoghi e della vegetazione, costruirono diverse unità abitative scavate e mimetizzate nella roccia. Nel 1992 viene acquisita dalla Regione Siciliana ed entra nel demanio dell’Assessorato Beni Culturali, gestito dalla Soprintendenza di Messina. Nel 1998 viene istituita la Riserva Naturale al fine di tutelare la flora e la fauna della baia. Nel 2010, con l’istituzione del Parco Archeologico di Naxos, l’Isolabella entra nel nucleo di siti tutelati dal nuovo ente insieme con il Teatro Antico di Taormina, il Museo di Giardini Naxos e di Francavilla.