Visita guidata alla torre dei Ventimiglia domani sera alle 21.00 a Montelepre, nel palermitano, in occasione della manifestazione Le notti di Bcsicilia. L’appuntamento è in via della Torre a Montelepre.
Dopo i sluti di Maria Crisci, sindaco del comune di Montelepre e di Salvatore Purpara, assessore comunale alle attività culturali e la presentazione di Teresa Chimenti, presidentessa della sezione di Partinico di BCsicilia e di Alfonso Lo Cascio, presidente regionale BCsicilia, inizia il viaggio nella torre dei Ventimiglia.
La visita sarà guidata dai ragazzi del TAG del comune di Montelepre e dallo studioso Giovanni Filingeri. Il monumentale edificio si lega alle vicende dell’arcivescovo Giovanni Ventimiglia, imparentato con la potente famiglia dei conti dei Geraci.
Gioavnni viene eletto arcivescovo dai Benedettini dell’abbazia di Santa Maria nuova di Monreale nel 1407, ma la conferma pontificia avverrà tardivamente, nel 1418, con papa Martino V.
Giovanni dimostra un’attenzione nuova verso il complesso abbaziale che si traduce nel progetto di restauro del duomo e nella ricostruzione del palazzo arcivescovile. L’attività del presule è rivolta all’introduzione di nuovi indirizzi colturali e produttivi e al consolidamento del controllo vescovile sulle risorse periferiche della diocesi di Monreale, tutti elementi che richiamano in toto la cultura pianificatoria che i Ventimiglia introdurranno con successo nello stato madonita e nei feudi acquistati.
Con privilegio del maggio 1433 re Alfonso d’Aragona concede a Giovanni Ventimiglia la facoltà di fabbricare una torre o fortilizio nel feudo di Monchilebbi.
Il nuovo complesso architettonico assurge ad emblema del potere del Ventimiglia e a simbolo della sovranità della Chiesa di Monreale sul feudo appena acquisito; s’impone anche quale prestigiosa sede di rappresentanza del Ventimiglia. Negli ampi saloni, il presule riceve le più alte personalità del Regno e conclude importanti transazioni.
Dal punto di vista architettonico, il raffronto con altri edifici (castelli di Adrano e Paternò) fa assimilare la torre di Montelepre alla tradizione architettonica dei donjon roman residenziali, introdotta in Sicilia dai normanni. Si presenta come una austera massa a pianta rettangolare (m 21,30×16,89) alta circa 25 metri, sviluppata su tre livelli con terrazza merlata (non coeva). Il primo piano è formato da due saloni rettangolari coperti con tre volte a crociera costolonate. Nelle chiavi di volta si intravedono stemmi, uno dei quali è quello della casato Ventimiglia. Il secondo piano, distribuito in due saloni, è stato oggetto di rimaneggiamenti strutturali a causa del crollo delle volte; vi trova alloggio la cappella. Il prospetto occidentale è ingentilito da trifore e bifore e dal quadrante dell’orologio meccanico disegnato sullo scorcio del XVIII secolo.
Le mura perimetrali esterne, che un tempo delimitavano l’annesso baglio (bass-cour nell’area francese), sono andate distrutte; rimangono gli edifici di servizio (maramme) e di quelli produttivi (trappeto, stalle) profondamente rimaneggiati.