La giunta di Comiso, guidata dal sindaco Maria Rita Schembari, ha revocato l’affidamneto a privati della gestione energetica integrata e l’efficientamento della rete idrica comunale e degli impianti di sollevamento delle acque.
“Un’altra promessa fatta e mantenuta – dichiara l’assessore Roberto Cassibba – un atto di disomogeneità alla legge che abbiamo sanato.
Avevamo preso anche questo impegno a tutela dei cittadini – spiega Cassibba – e lo abbiamo mantenuto. Il progetto che voleva portare avanti la passata amministrazione, era un chiaro atto “ di disomogeneità alla legge” rispetto alle competenze dell’A.T.I. istituite per la gestione del servizio idrico integrato. La Legge Regionale del 11.08.2015 n.19 recante disciplina in materia di risorse idriche, affida all’ATI diverse competenze tra le quali la realizzazione del piano d’ambito finalizzato all’abbattimento dei costi di gestione del servizio idrico in ogni comune, nonché la realizzazione, la manutenzione la gestione e il recupero degli impianti.
La scelta della passata amministrazione di dare seguito alla procedura di project financing con la delibera di Giunta n° 222 del 13 giugno 20 18 ( in piena campagna elettorale) era incompatibile con le scelte dell’ATI e di cui anche il Comune di Comiso fa parte e ne deve condividere le finalità. Per non dire della durata dell’affidamento del servizio idrico di cui Legge Regionale prevede che può essere affidato per un massimo di 9 anni, mentre ne erano previsti 20 con il project financing. Tranquillizzo i cittadini – continua Cassibba – perché la revoca non produrrà alcun danno all’erario, alcuna penale, alcuna sanzione perché nei fatti non è mai stata indetta alcuna gara d’appalto del progetto di finanza. Ma il punto sostanziale oltre a quelli elencati, è la reale non convenienza per l’ente di un affidamento a privati.
Il progetto di finanza nel “quadro economico degli investimenti” il cui importo complessivo previsto era di un milione e cento circa, non prevedeva un centesimo di investimento da eseguirsi sulla rete acquedottistica, prevedeva 144 mila euro per gli impianti di sollevamento e relativo sistema di meccanizzazione ed automazione, e 42 mila euro per interventi per meccanizzazione e automazione. In un anno! In definitiva, circa 15 mila euro al mese. Ma con 15 mila euro al mese – domanda in maniera retorica l’assessore – che efficientamento si apporta alla rete idrica di un comune e agli impianti di sollevamento, considerato che un ente spende già queste somme? Inoltre, il risparmio per l’ente sarebbe stato risibile se si pensa che sarebbe ammontato con il progetto di finanza a solo 287 mila euro da spalmare sulle migliaia di utenze di tutto il comprensorio comunale.
Verosimilmente invece – puntualizza Cassibba – usciti dalla black list, che obbligava il Comune ad acquistare energia elettrica in regime di salvaguardia e non nel mercato libero, e per effetto del passaggio al mercato libero dell’energia elettrica, abbiamo già risparmiato circa 539 mila euro nel 2017 e 294 mila euro nei soli mesi di agosto, settembre e ottobre 2018, di gran lunga superiori al risparmio prospettato con il progetto di finanza che voleva portare avanti la precedente amministrazione Spataro.
Come è possibile notare – conclude l’assessore Cassibba – esistono diverse soluzioni per apportare risparmi, e non certo ricorrendo a privatizzazioni dove, come ovvio che sia, ogni ditta cerca un utile quanto maggiore possibile. E’ arrivato il momento che i precedenti amministratori spieghino alla città perché avevano fatto quella scelta a dir poco assurda”.