Gibellina (Tp):  “Visionarie” al baglio per le Orestiadi

Prima nazionale domani, domenica 4 agosto alle Orestiadi di Gibellina per la seconda edizione del premio teatrale #cittàlaboratorio rivolto ad artisti siciliani under 35. Un appuntamento organizzato in collaborazione con il teatro Biondo di Palermo, l’associazione Scena aperta e la presidenza del consiglio comunale di Palermo. In prima nazionale andrà in scena “Visionarie” di Costanza MInafra con l’autrice affiancata da Giulia Pino.

Il progetto nasce da una riflessione sul racconto di fantascienza e su come esso possa divenire mateirale di lavoro per una messa in scena. Le protagoniste hanno deciso di indagare l’antologia “Le visionarie” a cura di Ann e Jeff Vandermeer, i cui 29 racconti sono scritti unicamente da donne. Il racconto fantastico viene declinato in chiave femminista, e porta l’immaginario delle attrici ad aprirsi a storie surreali e universi avveniristici, rivolgendo uno sguardo innovativo a riflessioni che racchiudono tematiche quali identità sessuale e potere.

“La possibilità di un alternativa alla realtà che viviamo, il concetto di multiverso in quanto pluralità di mondi coesistenti al nostro e fuori dal nostro spaziotempo, non sono condizioni che appartengono oltre che al racconto di fantascienza anche al teatro stesso?” Attraverso la selezione di alcuni racconti, durante lo spettacolo, vivremo realtà e vite apparentemente lontane dalla nostra quotidianità che, invece, contengono concetti universali che appartengono all’animo umano. Due donne, quasi come in un sogno, compiranno un viaggio all’interno di altre vite, le vite delle protagoniste dei racconti. Questo viaggio alla scoperta di nuovi mondi, che le porterà necessariamente ad allontanarsi dalla loro realtà, le condurrà ad una ricerca della propria identità, a guardare con occhi diversi se stesse e forse il mondo dal quale sono partite. Visionarie in quanto capaci di entrare a contatto con queste storie, diventando esse stesse multiversi e, allo stesso tempo, “visioni” in senso onirico, come condizione sospesa dei personaggi e del teatro come luogo per indagare gli spazi di intersezione tra le infinite possibilità dei mondi che esso ci offre e le infinite possibilità dei nostri corpi, e della nostra identità di svelarsi, riscoprirsi ma soprattutto di incontrarsi.

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