“Salvatore G. Vicario: dal cuore dei Nebrodi al cuore di Roma: il percorso di vita di uno scienziato umanista”. È il tema di un incontro che si terrà domenica 28 luglio alle 17.30 a Galati Mamertino, alla fondazione Crimi in via Giardino nel centro nebroideo. Un appuntamento fortemente voluto dagli amici del dottore Salvatore Vicario, chiamato da tutti Pino che, per l’occasione, parleranno di alcuni aspetti della vita dell’illustre cittadino di Galati Mamertino, scomparso lo scorso gennaio a Tor Lupara, nei pressi di Roma. Nel Lazio, a Mentana prima e poi a Tor Lupara, era arrivato giovanissimo per esercitare la professione di medico, ma non aveva mai dimenticato il suo amato paese natìo e gli insegnamenti dei suoi genitori che ha poi trasmesso, insieme all’adorata moglie a cui ogni giorno non mancava mai di regalare un fiore, alle due figlie e ai nipoti che lo hanno sempre circondato di amore e affetto.
Salvatore Vicario, detto Pino, era un uomo di cultura, quella con l’iniziale maiuscola. Il suo studio era uno scrigno di ricordi e memorie sia su Galati Mamertino che su Mentana e su Tor Lupara poi, luoghi dove ha esercitato la professione di medico e dove ha vissuto per tutta la vita con la famiglia. Il convegno è stato organizzato in collaborazione con la Fondazione Crimi, il comune di Galati Mamertino, il circolo Cingalio, il Rotary club di Sant’Agata di Militello, il Rotary club Monterotondo-Mentana e l’associazione Arcipelago.
I lavori dell’incontro di domenica saranno preceduti dai saluti di Rocco Crimi, presidente della fondazione Crimi; Antonino Baglio, sindaco di Galati; don Vincenzo Rigamo, parroco di Galati Mamertino; Giuseppe Giambrone, presidente commissione interdisciplinare legalità e cultura dell’etica Rotary int. Distretto 2110; Cono Ceraolo, presidente del Rotary club di Sant’Agata di Militello; Maurizio Pettinari, presidente del Rotary club Monterotondo-Mentana; Gino Fabio, presidente della BCC della Valle del Fitalia; Antonino Gaetano Villari, presidente del circolo Cingalio. Seguiranno poi le relazioni del docente di storia contemporanea all’università di Messina, Antonio Baglio, che parlerà di Pino Vicario come uomo, storico e letterato; il giornalista Rai Giorgio Moscatelli racconterà i suoi ricordi personali con l’amico Pino Vicario; “Sul filo dei ricordi” è il tema del contributo di Salvatore Sutera, già direttore scientifico del museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo Da Vinci di Milano di Pino Vicario agli studi storico-archeologici del territorio romano-latino e sabino” è il tema dell’intervento di Zaccaria Mari, Mibac-soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale. Infine “Il dottore racconta il professore”è l’intervento del professore e storico dell’arte Dario De Pasquale. Moderatore dell’incontro sarà Luciano Armeli Iapichino, filosofo e scrittore, a cui è stata affidata anche l’introduzione del convegno. I saluti finali non potevano altro che essere affidati alla figlia di Pino Vicario, la dottoressa Eleonora Vicario che dal padre ha ereditato la tenacia e l’amore per la cultura.
Un appuntamento, questo di Galati Mamertino, per non dimenticare la figura di Pino Vicario, un uomo tutto d’un pezzo, dedito al suo lavoro di medico, alla famiglia, alla donna che ha amato per tutta la vita e a tutta la sua famiglia. Amava la storia dei luoghi dove ha vissuto e non smetteva mai di ricordare il passato fatto di scelte difficili da parte dei genitori che gli hanno dato tanto permettendogli, a quei tempi in cui era giovane, di andare via per studiare. Si dedica studiare medicina e poi esercita la professione a Mentana dal 1953 al 1959 e a Tor Lupara fino al 1978. Il suo è stato il secondo ambulatorio medico del paese, sorto nel 1959 dopo quello di Aldo De Maria. Dal 1960 in poi si dedica alla storia locale come giornalista e anche come scrittore. Fonda il primo gruppo parrocchiale e il primo giornalino: “la voce luparina”, fonda l’associazione Nomentana di storia e archeologia. Nel corso della sua vita Vicario ha continuato ad attorniarsi dei suoi libri, a studiare e a dedicarsi a quello che gli piaceva di più: le ricerche culturali. E scriveva tanto, faceva ricerche nel suo angolo privato, nel suo studio dove, fra manuali medici, conservava delle vere rarità, libri di pregio e testimonianze di un passato che amava tanto scoprire e far riscoprire.
Fra le figure che amava ricordare c’era quella dello storico dell’arte Federico Zeri. La sua fatica letteraria era inarrestabile. A novantuno anni ha dato vita al primo numero della rivista dell’associazione Arcipelago di cui era molto orgoglioso. Sicuramente Vicario ha lasciato un segno in quanti lo hanno conosciuto a fondo, in chi lo ha intravisto, in chi ha avuto l’onore di poter chiacchierare amabilmente con lui, in chi anche solo per un istante ne aveva incrociato lo sguardo e il sorriso che sul suo volto non mancava mai.
Un sorriso di un uomo buono, il sorriso di un uomo innamorato della cultura, della vita e della sua famiglia, ma anche del prossimo di cui cercava di scorgere sempre il lato positivo.