Tortorici (Me): Antonino Iuculano nuovo dirigente dell’ispettorato dell’agricoltura

È l’oricense Antonino Iuculano il nuovo dirigente dell’ispettorato dell’agricoltura di Messina. Con decreto del dirigente generale dell’assessorato regionale dell’agricoltura, lo scorso 3 luglio, Iuculano è stato nominato dirigente dell’ispettorato agricoltura di Messina. Prende il posto di Salvatore Bottari che per quasi nove anni ha diretto l’ispettorato dell’agricoltura, nominato dirigente dell’ispettorato agricoltura di Siracusa.

Antonino Iuculano, da anni anche impegnato in prima linea in politica, già candidato a sindaco del centro nebroideo, 59 anni, agronomo, sposato e con due figli si dice soddisfatto per la nomina. Iuculano, dopo aver diretto diversi uffici periferici da Mistretta a Sant’Agata di Militello, nel 2007 era stato nominato dirigente dell’unità operativa che si occupava di fondi comunitari, con particolare riferimento agli investimenti nel settore della zootecnia, dirigendola con ottimi risultati e occupandosi, in modo particolare, della programmazione comunitaria relativa alle misure del POR, programma operativo regionale 2000/2006 e del PSR, piano di sviluppo rurale 2007/2013 e 2014/2020.

“Sono numerose le sfide che ci attendono – dichiara Iuculano – sia per quanto riguarda le attività agricole e la zootecnia, sia per quanto riguarda la multifunzionalità e la diversificazione delle attività agricole e le misure agro ambientali del Psr. Senza trascurare i diversi comparti agricoli della provincia come il florovivaismo, il settore corilicolo, ricco di potenzialità dal punto di vista ambientale e della produzione, senza tralasciare le attività di assistenza tecnica e di consulenza agricola.”

Da agronomo, Antonino Iuculano da sempre è impegnato a monitorare le problematiche legate al comparto agricolo e zootecnico della provincia. Fra i suoi obietti quello di adoperarsi per dare risposte immediate ad un comparto isolato e abbandonato. Importante sarà anche il coordinamento con le attività svolte dagli uffici periferici, le ex condotte agrarie, per cercare di risolvere le varie problematiche relative all’agricoltura e soprattutto alla zootecnia delle zone interne, per evitare lo spopolamento delle zone montane.

 

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