Agenti della polizia di Stato di Catania hanno arrestato Massimo Scaglione, 46 anni, pregiudicato colto in flagranza di reato per estorsione aggravata per aver commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di assoggettamento e di omertà per agevolare e rafforzare l’attività dell’associazione mafiosa denominata clan Pillera-Puntina.
L’arresto costituisce l’esito delle indagini coordinate dala procura distrettuale antimafia di Catania e delegata alla squadra mobile volta a riscontrare le dichiarazioni del collaboratore di giustizia, Messina Salvatore, già appartenente al clan mafioso in ruolo apicale.
L’arrestato aveva estorto denaro ad un imprenditore locale operante, tra l’altro, nel settore dei rifiuti, costretto a pagare il pizzo all’associazione mafiosa Pillera-Puntina.
Da anni la vittima era costretta a pagare 7.000 euro al mese, consegnandola a Massimo Scaglione, per riscuotere il pizzo per conto della cosca mafiosa. Nel corso dell’attività è emerso che il pagamento del pizzo avveniva con modalità ormai definite e subite passivamente dalla stessa vittima senza che vi fossero episodi di violenza o danneggiamento ai suoi danni.
In proposito, le indagini hanno permesso di monitorare diversi pagamenti di denaro, l’ultimo dei quali avvenuto lo scorso 2 luglio quando Scaglione è stato arrestato da agenti della squadra antiracket alla zona industriale, immediatamente dopo la riscossione di 14.000 euro in contanti, versati quale pagamento delle due mensilità di giugno e luglio. La somma era stata nascosta nella cassetta di pronto soccorso del furgone sul quale l’indagato viaggiava.
Dopo le formalità di rito, l’arrestato è stato associato al carcere di Catania Bicocca dove resterà a disposizione dell’Autorità giudiziaria. Lo scorso 5 luglio, in sede di convalida dell’arresto, il Gip ha applicato la misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di Scaglione.