Catania: concorsi universitari truccati, nei guai anche il rettore

il sistema era ben collaudato, anche in altri atenei

Avrebbero truccato ben 27 concorsi fra posti per professore ordinario, associato e ricercatore. Per questo sono finiti nei guai diversi docenti universitari, fra cui anche il rettore dell’università di Catania, Francesco Basile.

Oggi agenti della Digos hanno eseguito le ordinanze di sospensione dall’esercizio di pubblico ufficio emessa dal gip del tribunale di Catania a carico, oltre che di Basile, 64 anni,  di: Giacomo Pignataro, past rettore dell’università di Catania, 56 anni; Giancarlo Magnano San Lio, 56 anni, prorettore dell’università di Catania; Giuseppe Barone, detto Uccio, 71 anni, ex direttore del dipartimento di scienze politiche e sociali dell’università di Catani; Michela Maria Bernadetta Cavallaro, 57 anni, direttrice del dipartimento di economia e impresa dell’università di Catania; Filippo Drago, 65 anni, direttore del dipartimento di scienze biomediche e biotecnologiche dell’università di Catania; Giovanni Gallo, 56 anni, direttore del dipartimento di matematica e informatica dell’università di Catania; Carmelo Giovanni Monaco, 56 anni, direttore del dipartimento di scienze biologiche, geologiche e ambientali dell’università di Catania; Roberto Pennisi, 59 anni, direttore del dipartimento di giurisprudenza dell’università di Catania; Giuseppe Sessa, 66 anni, presidente del coordinamento della facoltà di medicina dell’università di Catania.

Tutti sono ritenuti responsabili di associazione a delinquere nonché, a vario titolo, di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio¸corruzione per l’esercizio della funzione, induzione indebita a dare o promettere utilità, falsità ideologica e materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, abuso d’ufficio e truffa aggravata.

Il provvedimento è stato emesso a seguito delle indagini condotte dalla Digos, coordinata dalla procura distrettuale di Catania a partire da giugno del 2016.

Le indagini, condotte con l’ausilio di presidi tecnici e con servizi di tipo tradizionale, hanno svelato l’esistenza di un’associazione a delinquere, con a capo il rettore dell’università di Catania Basile e di cui è promotore il suo predecessore Pignataro. L’associazione era finalizzata a commettere un numero indeterminato di reati volti ad alterare il naturale esito dei bandi di concorso.

Ad essere stati truccati sarebbero stati i bandi di concorso per il conferimento degli assegni, delle borse e dei dottorati di ricerca; p er l’assuzione del personale tecnico-amministrativo; per la composizione degli organi statuari dell’ateneo fra cui consiglio di amministrazione, nucleo di valutazione, collegio di disciplina; per l’assunzione e la progressione in carriera dei docenti universitari.

In particolare, proprio in merito alla progressione della carriera dei docenti universitari, il sistema delinquenziale non è ristretto alla sola università di Catania, ma si estende in altri atenei italiani. I docenti, nel momento in cui sono stati selezionati per far parte delle commissioni esaminatrici, si sono sempre preoccupati di “non interferire” sulla scelta del futuro vincitore compiuta preventivamente, favorendo il candidato interno che risultava prevalere anche nei casi in cui non fosse meritevole.

Il gip ha riconosciuto l’esistenza di gravi indizi di colpevolezza a carico di 40 indagati coinvolti nella richiesta cautelare avanzata da questo ufficio. Le indagini hanno documentato l’esistenza di un vero e proprio codice di comportamento sommerso, operante in ambito universitario secondo il quale gli esiti dei concorsi devono essere predeterminati dai docenti interessati, nessuno spazio deve essere lasciato a selezioni meritocratiche e nessun ricorso amministrativo può essere presentato contro le decisioni degli organi statutari.

Le regole del codice se venissero violate avrebbero delle punizioni con ritardi nella progressione in carriera o esclusioni da ogni valutazione oggettiva del proprio curriculum scientifico.

L’estrema grave pericolosità e la piena consapevolezza delle gravi illiceità commesse dal gruppo, spinto da finalità diverse dalla buona amministrazione e volto al contrario alla tutela degli interessi di pochi privilegiati che condividono le condotte criminali dell’associazione a delinquere in parola, emergono dalle raccomandazioni dei sodali di “non parlare” telefonicamente o dalla volontà palesata di effettuare delle preventive bonifiche degli uffici pubblici per ridurre il rischio di indagini e accertamenti nei loro confronti.

L’operazione di oggi della Digos ha permesso di accertare l’esistenza di 27 concorsi truccati: 17 per professore ordinario, 4 per professore associato e 6 per ricercatore.

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