Debutto con il tango d’autore per il duo “Opus ludere” che esce con il primo disco “El tango”. I brani sono stati scritti per l’occasione da Santucci, Di Marino, Amici e Schittino. A lavoro il flautista Domenico Testaì e il chitarrista Davide Sciacca, impegnati in un’operazione audace e suggestiva.
“Il tango nacque con flauto e chitarra nell’Argentina di inizio ‘900. Per noi tutti – si legge in un comunicato del nuovo duo – ebbe inizio con Histoire du Tango, tra i capolavori di Astor Piazzolla. Il nostro percorso comincia dalle ultime tendenze moderniste del tango europeo, riscoprendo composizioni mai o raramente incise, inseguendo non solo una solidità tecnico-performativa, bensì la lettura “duale” delle partiture canoniche. Tutti i compositori che hanno accettato il nostro invito a scrivere per Opus Ludere hanno espresso una polifonia compositiva che noi amiamo chiamare “eufonia creativa””.
Non c’è termine migliore per valorizzare la singolarità dell’operazione El Tango, il debutto discografico di Opus Ludere, il duo composto da Domenico Testaì e Davide Sciacca. Eufonia creativa come insieme di scritture, esperienze e provenienze, derivazioni colte e popolari, tutto amalgamato per giungere “al cuore delle origini “polverose” e oscure del tango, che non è solo una danza ma un simbolo dell’unica memoria che rimane del tempo che travolge tutto”.
Pubblicato da Da Vinci Edition all’indomani del successo concertistico del duo catanese, El Tango – eloquente il sottotitolo Italian Concert-Tangos for Flute And Guitar – è una sequenza di composizioni create appositamente per il flautista Testaì e il chitarrista Sciacca da nomi del calibro di Joe Schittino (uno dei compositori italiani più apprezzati al mondo, attuale direttore dell’Istituto musicale Vinci di Caltagirone), Andrea Amici (romano di nascita, siciliano d’adozione, in prima mondiale davanti alla Royal Family con una composizione dedicata alla regina Elisabetta), Francesco Santucci (frequenti le sue presenze in Rai; nel 2018, tra l’altro, con Sting a Sanremo) e Roberto Di Marino (diploma in composizione, musica corale e direzione di coro, jazz e arrangiamento per windband, insegnante al Conservatorio di Verona). Un’operazione estremamente interessante, che rilancia la sfida del tango da concerto, figlio della creatività di compositori meno celebrati ma di assoluta qualità.
Domenico Testaì e Davide Sciacca hanno un curriculum impressionante per preparazione, collaborazioni, concerti ed esperienze in studio e sul palco. In questa avventura nella quale viene prediletto l’ascolto rispetto alla fisicit{ dalla danza, la loro provenienza eurocolta – sia classica che contemporanea – si rivela decisiva: “Il Tango rappresenta un put pourrì stilistico nel quale furono gli immigrati europei (in particolare, permetteteci di affermarlo con orgoglio, del Sud Italia) a suggerire l’utilizzo di stilemi esecutivi tipici del vecchio continente. Lo stesso Piazzolla è da considerarsi un innovatore del genere, in grado di sublimare l’unione di due mondi contrastanti. L’impostazione classica di Testaì, frutto di innumerevoli esperienze orchestrali e cameristiche, ha aiutato ad interpretare partiture il più delle volte complesse e articolate. L’interesse per i linguaggi contemporanei, coadiuvato da una provenienza borderline di Sciacca, ha reso evidenti gli elementi extra-colti del repertorio”.
Tango d’ascolto e d’autore, dieci brani affascinanti che offrono nuove prospettive perchè nati da diverse scritture: questo il segreto di un lavoro prezioso, unico nel suo genere, interpretato in modo eccellente da un duo di musicisti sopraffini e sensibili. A proposito della eufonia creativa che caratterizza El Tango, Testaì e Sciacca sottolineano che le composizioni presentano “elementi musicali sempre nuovi, movimenti contrastanti, “dialetti” frizzanti e variegati. L’estro imprevedibile del multiforme ingegno di Schittino, i sognanti metasignificati di Amici, la voluttuosa carnalit{ dell’ “usignolo” Santucci. Ciascuno a suo modo parte di un unicum discografico, Uno, nessuno e centomila volti di un genere che, parallelamente al duo, è in continua evoluzione”.
Domenico Testaì
Inizia i suoi studi nella scuola ad indirizzo musicale, si è diplomato brillantemente nel 2002, nel 2009 si abilita all’insegnamento nella classe di concorso ag77 e successivamente si specializza in discipline musicali nel ramo esecutivo-compositivo, risulta idoneo dell’accademia del Maggio Musicale fiorentino, alle selezioni dell’Orchestra Giovanile Italiana, al “Progetto palcoscenico” di Pescara e, tramite concorso, alla banda della polizia di stato.
Ha partecipato a Masterclass, da effettivo, con diversi docenti, tra cui Vella, Persichilli, Marasco, Fromanger, Mazzanti, Montafia, Formisano, Oliva, Taballione e Manco per il flauto e Berman, Sciarretta, Manuli, Filippini, Bolgiagli e Vinciguerra per la musica da camera e direzione.
Ha più di 100 concerti all’attivo di musica da camera dal duo al quintetto, oltre 20 da solista con orchestre e orchestre da camera. Svolge attività orchestrale e
ha partecipato a registrazioni di CD e DVD tra i quali il concerto Kv314 di Mozart. Ha suonato in diverse opere come Tosca, Traviata, Norma, Cavalleria Rusticana, Pagliacci, Barbiere di Siviglia, Aida e L’elisir d’amore in qualit{ di primo flauto. Ha suonato in vari teatri catanesi, tra i quali Piccolo e Massimo Bellini e ha suonato nella banda militare della Brigata Aosta (Sicilia). Vincitore di numerosi concorsi di musica da camera e da solista, ha collaborato on L’E.A.R. teatro “V.EMANUELE” di Messina e con l’orchestra Stesigoros, con la filarmonica Belliniana con la Kore di Enna e L’orchestra filarmonica S. Nicolò di Mascalucia, con l’orchestra Euromediterranea e l’orchestra “jupiter” di Meda (MI).
È docente di flauto presso l’I.C. V.da Feltre dove dirige l’orchestra della scuola e cura gli arrangiamenti.
Davide Sciacca
Ha conseguito il diploma in Chitarra con il massimo dei voti presso l’istituto musicale V. Bellini di Catania, perfezionandosi con il concertista Carlo Ambrosio. Completa gli studi conseguendo nel 2010 il diploma accademico di secondo livello abilitante all’insegnamento dello strumento musicale e, nel 2012, il
diploma accademico di secondo livello in discipline musicali a indirizzo interpretativo-compositivo in Chitarra con il massimo dei voti e la lode presso l’istituto musicale V. Bellini di Caltanissetta sotto la guida del maestro Renato Pace con una tesi sulle opere per Oboe e Chitarra del compositore francese Napoleon Coste.
Nel 2013 consegue brillantemente il Master di I livello in nuove Tecnologie applicate alla Musica presso il medesimo istituto. Nel 2015 ottiene il diploma accademico di secondo livello in Musica da Camera presso il Conservatorio V. Bellini di Palermo. Nel Dicembre 2016 ha conseguito il prestigioso Master di secondo livello in esecuzione ed interpretazione della musica contemporanea presso il Conservatorio Santa Cecilia di Roma, sotto la guida del concertista di fama internazionale Arturo Tallini.
Ha seguito corsi di perfezionamento e d’interpretazione musicale con il pianista Andr{s Schiff, i violinisti Augusto Vismara e Christophe Grube, l’oboista Stefano Vezzani, i chitarristi Giulio Tampalini, Aniello Desiderio, Giovanni Puddu, Costas Cotsiolis, Philippe Villa, Amanda Cook, Richard Jacobowsky, Linda Calzolaro e Nello Alessi.
Ha vinto primi premi in più di trenta competizioni Nazionali ed internazionali, come solista o camerista. Nel corso degli anni i compositori Andrea Amici, Laurent Boutros, Roberto Cipollina, Francesco Santucci, Domenico Scaminante, Andrea Schiavo, Joe Schittino e Giuseppe Torrisi gli hanno dedicato composizioni originali. È stato invitato a far parte della giuria di importanti concorsi nazionali ed internazionali di chitarra e musica da camera.
Ha al suo attivo numerosissimi concerti come chitarrista solista, in formazioni da camera e da solista con orchestra in teatri, associazioni culturali, università e comunit{ religiose. Nel 2009 si è esibito in qualit{ di solista nell’ambito del “Tuscia International Guitar Festival” e, successivamente, accompagnato dall’orchestra dell’Ersu di Catania. A partire dal 2014 ha ottenuto successi di pubblico e critica durante svariati tour in Inghilterra, Galles e Scozia nei quali si è esibito in qualità di solista e in duo con la violinista Marianatalia Ruscica. I concerti li hanno visti protagonisti in Sale, Teatri, Chiese e, nell’agosto 2016 e 2017, hanno avuto l’onore di suonare per due volte alla presenza di Sua Maest{ la Regina Elisabetta II, il Principe di Galles Carlo e la moglie Camilla, il Duca di Edimburgo Filippo, il Duca di Cambridge William e la moglie Kate, il Duca Edoardo e la Duchessa del Wessex e gli altri membri della Famiglia Reale Britannica.
Nel 2018 si è esibito per la prima volta negli Usa presso la Queens Library di New York City. Successivamente per la Ealing Guitar Society di Londra e la
Liverpool Guitar Society. Nel mese di Ottobre dello stesso anno ha pubblicato, presso l’etichetta Farelive, il cd “Counter Irish Project” con il Controtenore Riccardo Angelo Strano. Accolto da critiche positive, il lavoro discografico presenta musiche di autori classici, quali Mauro Giuliani, Andrea Amici e arrangiamenti originali del duo. Nel 2019 incide, assieme al flautista Domenico Testaì, il cd “El Tango” (Da Vinci). Le musiche, in questo caso, sono state dedicate al duo Opus Ludere dai compositori Andrea Amici, Roberto di Marino, Francesco Santucci e Joe Schittino.
In ambito teatrale ha collaborato con attori e registi quali Michele Placido, Guia Jelo e Ornella Giusto. Ha accompagnato numerosi artisti locali come turnista e in rassegne quali “Sanremo Rock”, “Star Sprint”, “Tim Tour” e “Girofestival”, ha altresì partecipato a diverse sessioni di registrazione in studio. Si è esibito per le emittenti televisive Sky, Made in Liverpool, Tele D, Rei tv, Globus Television e la BBC Radio England.
È docente di Chitarra e Intavolature presso gli Istituti Musicali Vincenzo Bellini di Caltanissetta e Pietro Vinci di Caltagirone. Attualmente è impegnato in un progetto di ricerca presso il Royal Northern College of Music di Manchester, sotto la supervisione del compositore David Horne.
EL TANGO: una conversazione con gli Opus Ludere
Dal palco allo studio, dal live alla registrazione. El Tango nasce all’indomani dei concerti del duo: come mai avete deciso di passare in sala d’incisione?
Il disco è stato concepito come un prosieguo ideale del repertorio del duo (in precedenza dedito principalmente alla diffusione del repertorio sudamericano). Il Tango, come genere musicale, nacque con flauto e chitarra nell’Argentina di inizio ‘900. Per noi tutto ebbe inizio con Histoire du Tango, tra i capolavori di Astor Piazzolla. L’ultimo movimento, concert d’aujourd’hui, rappresenta le tendenze moderniste del tango europeo. Qui comincia il nostro percorso, riscoprendo composizioni mai o raramente incise, inseguendo non solo una solidità tecnico-performativa, bensì la lettura “duale” delle partiture canoniche.
L’elemento centrale del progetto è una vera e propria sfida: dare spazio a composizioni – di cui quattro in prima internazionale – di autori contemporanei come Amici, Santucci, Di Marino ed altri. Rispetto al tango classico oppure alle reinvenzioni tra jazz ed elettronica nel vostro caso ha senso parlare di “tango d’autore”?
Tutti i compositori, accettando il nostro invito a scrivere per Opus Ludere, hanno detto, in modi diversi: “ho una visione del tango tutta mia, siete pronti a percorrerla insieme?”. Questa polifonia compositiva è sfociata in ciò che noi amiamo chiamare “eufonia creativa”.
In questa avventura nella quale viene prediletto l’ascolto rispetto alla fisicità dalla danza, quanto è importante la vostra provenienza eurocolta?
La storia rimarca icasticamente che il Tango nasce in Argentina. Esso, però, rappresenta un pot pourrì stilistico all’interno nel quale furono gli immigrati europei (in particolare, permetteteci di affermarlo con orgoglio, del Sud Italia) a suggerire l’utilizzo di stilemi esecutivi tipici del vecchio continente. Lo stesso Piazzolla è da considerarsi un innovatore del genere, in grado di sublimare l’unione di due mondi contrastanti. L’impostazione classica di Domenico, il flautista, frutto di innumerevoli esperienze orchestrali e cameristiche, ha aiutato ad interpretare partiture il più delle volte complesse ed articolate. L’interesse per i linguaggi contemporanei, coadiuvato da una provenienza musicale border line del chitarrista, Davide, ha reso evidenti gli elementi extra-colti del repertorio.
Nel disco compare anche una sonata per flauto e chitarra: in cosa si differenzia dagli altri brani?
La Sonata di Di Marino fa parte di una raccolta di composizioni definite dall’autore A Touch of Tango. Siamo rimasti colpiti dal virtuosismo strumentale,
mai fine a se stesso e dall’eterogeneit{ dei movimenti, all’interno della classica disposizione di Allegro-Adagio-Allegro, che richiama stili e periodi passati ma non finiti.
Per ciò che concerne le altre composizioni incluse in El Tango, esse, anche quando concepite in un unico tempo, presentano elementi musicali sempre nuovi, movimenti contrastanti, “dialetti” frizzanti e variegati. L’estro imprevedibile del multiforme ingegno di Joe Schittino, i sognanti metasignificati del Maestro Amici, la voluttuosa carnalit{ dell’ “usignolo” Francesco Santucci. Ciascuno a suo modo parte di un unicum discografico, Uno, nessuno e centomila volti di un genere che, parallelamente al duo, è in continua evoluzione.
El tango il brano di Andrea Amici, che da anche il titolo all’album è stato composto per voi: nell’affidarvelo e dedicarvelo quali elementi ha valorizzato dalla vostra fisionomia artistica?
Andrea Amici è un compositore che conosciamo ormai da diversi anni e con il quale abbiamo collaborato più volte, avendo suonato sue musiche originali e suoi arrangiamenti in vari ensemble sotto la sua direzione. Il brano che ha scritto per noi è particolarmente “tagliato” sulle nostre peculiarit{ tecniche, proprio grazie alla nostra reciproca conoscenza, ma anche perché sia noi come strumentisti che lui come compositore crediamo fortemente nel rapporto di mutuo scambio e di arricchimento che si ottiene quando chi scrive lo fa a stretto contatto con i destinatari del brano, in un clima di serena collaborazione e di proficuo scambio di idee.
Inoltre, la sua continua ricerca di stimoli extramusicali e letterari, che in questo caso lo ha spinto ad accostare la scrittura musicale ai versi del grande poeta argentino Borges, ci ha portato al cuore delle origini “polverose” e oscure del tango, che non è solo una danza ma un simbolo dell’unica memoria che rimane del tempo che travolge tutto. Queste idee sono vive nelle note di “El Tango” e in questo senso la convergenza fra tecnica e senso extramusicale ha significato un valore aggiunto che alla fine ci ha anche convinto a dare questo titolo all’intero progetto discografico.