Musica: intervista al clarinettista Domenico Calia

Abbiamo intervistato Domenico Calia, siciliano classe 1985, uno dei maggiori esponenti a livello Europeo, clarinettista sensibile, duttile, espressivo, con una musicalità innata. Iil suo repertorio  spazia dalla musica classica a quella moderna e contemporanea di cui è uno specialista. Stimato da autori contemporanei e ispiratore di brani, nel corso della sua carriera ha ricevuto diverse dediche.

Domenico ci racconti il suo primo approccio con la musica

Avevo 8 anni quando iniziai a suonare il clarinetto nella banda musicale di Chiusa Sclafani, “sostituivo i giochi dei miei coetanei con il mio clarinetto”  riscontrando in me doti particolari, i miei maestri mi suggerirono di studiare da privatista; iniziai così a studiare con il grande Maestro Vittorio Luna, didatta eccezionale e un uomo veramente speciale. A lui devo tanto, forse tutto. Poi, all’età di 16 anni, ho iniziato a perfezionarmi con insegnanti molto noti come Giuseppe GarbarinoItalo Capicchioni, Cristian Chiodi Latini, Angelo Jean Cino, Massimo Scorretti.

La sua unicità consiste nell’eseguire sia brani di musica classica che contemporanea. Lei, si definisce un artista classico o contemporaneo?

Nasco e mi reputo un esecutore classico, ma attualmente mi dedico ad entrambi. Il clarinetto è uno strumento duttile e per me affrontare il repertorio contemporaneo è del tutto naturale. La scoperta di nuove tecniche e di nuovi effetti rende lo studio più interessante. Collaborando da anni con diversi compositori contemporanei,  mi piace molto sperimentare con loro effetti nuovi. Non so esattamente quale genere musicale mi è più affine; lo lascio decidere al pubblico che mi segue.

Ci racconti del suo primo approccio alla musica contemporanea.

Ho iniziato a suonare musica contemporanea per puro caso durante un concorso a Palermo in cui era prevista l’esecuzione di un pezzo proibitivo; riuscii facilmente a dare vita ai diversi effetti scritti dall’autore. Vincendo il concorso presi consapevolezza che sarei potuto riuscire ad eseguire brani di musica contemporanea e che poteva essere un esperienza per farmi crescere a livello musicale.  Dopo alcune esperienze in orchestra. Il mio salto di qualità, verso la musica contemporanea, è arrivato quando ho conosciuto Crescenzo Langella uno dei maggiori esecutori e compositori di nuove tecniche esecutive del clarinetto.  Fu il primo compositore che mi dedicò un pezzo: Eloquio, un pezzo arduo di difficile esecuzione.

Era il suo sogno da bambino quello di diventare un concertista?

Mi sono sempre pensato un clarinettista. Fin da piccolo aspiravo a diventare un orchestrale … un sogno quasi realizzato ma non del tutto esaudito. Ho avuto il piacere di collaborare con diverse Orchestre Italiane; il teatro Massimo di Palermo, la Sinfonica Abbruzzese, la Multipromo Opera Festival di Firenze ed ho ottenuto l’idoneità presso l’orchestra del teatro alla scala. Oggi sto proseguendo con la mia carriera da solista; una carriera soddisfacente che mi permette di collaborare con grandi orchestre e compositori sia italiani che esteri. Circa un mese fa ho eseguito alcuni concerti a Bucarest e a Costanza.

Negli ultimi anni, molti compositori di musica contemporanea hanno scritto per lei…

Si è vero e sono grato a ciascuno di loro. Scelgo i brani secondo la mia sensibilità musicale e se li riputo interessanti li propongo durante i miei concerti. Voglio ricordare Antonio Fraioli che ha saputo sfruttare e mettere in risalto le mie capacità artistiche e Vincenzo Napoli, compositore  cha mi ha affidato l’esecuzione in prima assoluta di “Elegia n. 1”, brano a mio parere molto suggestivo che ha permesso di dare spazio alla mia espressività musicale.

Diverse sono le sue incisioni discografiche. Che valore ha per lei incidere un disco?

Un disco è uno strumento per l’artista per lasciare una testimonianza, parte della nostra vita, della nostra idea ed espressività musicale. Il primo disco Contemporary Clarinet è nato, come spesso accade, casualmente, con l’incontro attraverso il compositore Angelo Sormani del musicologo Edmondo Filippini. È stato un successo; e  anche il secondo devo dire che mi ha dato molta soddisfazione. La scelta di incidere i quintetti di Mozart e Weber, nasce dalla volontà dell’editore Edmondo Filippini. Ero alla ricerca di un progetto per un disco e fu lui a propormi l’idea del Quintetto K.581 . Essendo compositori di cui esiste una vasta discografia ho avuto la possibilità di conoscere a pieno la mia capacità interpretativa e di confrontarmi con i grandi clarinettisti del presente e del passato, mi reputo soddisfatto del lavoro, e contento, disco che è stato apprezzato tantissimo dalla critica.

Per chiudere, ci parli dei suoi prossimi progetti musicali

Attualmente mi sto preparando ai prossimi impegni estivi, sarò impegnato in diversi concerti in Italia con repertori vari e con pianisti eccezionali “David Boldrini, Nunzia Luca, Silvia Leggio, Andreea Bratu, Gianfranco Messina”, e al tour che inizierò a novembre con la pianista Andreea Bratu, diverse date tra l’ Italia, la Romania, Bulgaria e Albania. Accanto ai concerti sarò impegnato in diverse masterclass sia in Italia che all’ estero. Vi annuncio l’ uscita nel secondo semestre del 2019 di due dischi “Le due sonate di Bhrams ” con David Boldrini e “ “Italia-Francia”  con Andreea Bratu,  quattro capolavori del repertorio cameristico. Vi aspetto ai prossimi miei concerti, grazie dell’ intervista…..

Vi lasciamo con un’esecuzione di Domenico Calia

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