Il porto di Sant’Agata di Militello, nel messinese, sarà un borgo tutto da vivere e integrato nella città. Questa è stata l’idea alla base della variante progettuale per la parte dell’edilizia e dei servizi a terra del porto, presentata ieri al castello Gallego.
I dettagli della variante sno stati illustrati dall’architetto Sebastiano Provenzano, progettista della Sympraxis srl insieme al Rup Basilio RIdolfo, all’ingegnere Concetto Bosco della Amec, all’ingegnere Tuccio D’Urso, direttore dei lavori e al sindaco Bruno Mancuso .
Presenti i rappresentanti delle forze dell’ordine con il tenente di vascello Donato Pio Bonfitto, comandante dell’ufficio circondariale marittimo che ha portato i saluti in apertura e ancora assessori, consilieri comunali, operatori del settore nautico e diportistico ed esponenti della marineria locale.
“L’ipotesi, illustrataci attraverso i vari rendering, è un vero e proprio sogno – ha commentato il sindaco Bruno Mancuso –. Una forza importante del nostro porto, che dobbiamo saper sfruttare appieno, è quella di essere un’infrastruttura a contatto con la città. In tale ottica abbiamo pensato che la parte turistica si potesse trasformare in un vero e proprio borgo nella città, naturale prosecuzione del nostro lungomare. Abbiamo dunque chiesto di riconsiderare il layout complessivo e dare armonia ed omogeneità rispetto al lungomare – prosegue Mancuso – di modo che il porto fosse pienamente vissuto e concepito dalla cittadinanza come parte integrante del tessuto urbano, puntando inoltre su una nuova disposizione dei servizi e delle aree dedicate a diportismo e turismo passeggeri, alla cantieristica, alla parte commerciale e peschereccia. Ringrazio l’impresa per aver recepito le nostre indicazioni ed aver dato incarico al progettista di redigere la variante che oggi l’amministrazione vuole condividere con tutti, perché riteniamo che questo porto, oltre ad essere l’opera più importante per la nostra città sia veramente strategica per costruire un futuro migliore per tutto il comprensorio”.
“Una variante puramente paesaggistico architettonica, che non incide sulle opere idrauliche marittime del profilo portuale – ha detto il progettista Sebastiano Provenzano – che si basa sulla concezione non di un porto come struttura a sé stante, bensì come un pezzo della città di Sant’Agata. Uno dei principi guida è quello della cosiddetta mixitè, mescolare funzioni tutte compatibili con l’infrastruttura portuale ma anche con un’idea di città”.
“Un’opera che integra la città di Sant’Agata con il suo porto ed i fruitori tutti – ha il direttore dei lavori, ingegnere Tuccio D’Urso –. Grande importanza nella futura piena operatività del porto avranno i collegamenti, dunque non solo l’asse viario con lo svincolo autostradale, di cui so che già si sta parlando, ma anche l’ipotesi di realizzare una fermata lungo la linea ferroviaria proprio in corrispondenza col porto, a poche centinaia di metri, in modo da agevolarne la fruizione”.