Sin dagli inizi del loro matrimonio quella che doveva essere una vita piena accanto alla persona amata è diventata una prigione. Una prigione da cui oggi una donna di 58 anni è stata liberata. Il marito, 6 anni, indagato per maltrattamenti contro familiari, lesioni personali aggravate e atti persecutori, da anni ormai vessava la moglie.
Le indagini hanno evidenziato le condotte vessatorie dell’uomo nei conronti della donna. Azioni che hanno compromesso nel tempo la stabilità psicofisica della vittima.
L’uomo, con atteggiamento aggressivo e fare minaccioso, picchiava sempre la donna con pugni, schiaffi e calci, fino ad arrivare a sbatterla contro gli arredi e a terra, assumendo una posizione di prevaricante supremazia, apostrofandola anche con epiteti irripetibili. Una situazione che ha determinato nella vittima uno stato di perenne paura per la propria incolumità.
Nemmeno l’allontanamento del marito dalla casa coniugale ha preservato la donna dall’accanimento espresso dal persecutore attraverso telefonate e messaggi, recandosi sotto casa e suonando ripetutamente il citofono. In un’occasione l’uomo è entrato con forza in casa per aggredire la donna e minacciarla di morte con queste parole: “se un giorno ti devi fare una storia, meglio che vai via da qua altrimenti alla prima volta che ti incontro faccio un omicidio”.
Le minacce dell’uomo erano anche estese ai familiari e agli amici della persona offesa, pena gravi ritorsioni, che hanno convinto quest’ultima, ormai disperata, a denunciare tutto ai carabinieri, consentendo la composizione di un quadro indiziario a carico dell’indagato che non ha lasciato adito al dubbio che ha accolto la richiesta ed emesso la misura restrittiva per l’uomo.