Arresti domiciliari per il presidente del consiglio di amministrazione della Blutec spa di Termini Imerese, Roberto Ginatta, coinvolto nell’inchiesta condotta dalla guardia di finanza per malversazione di fondi pubblici. Insieme a lui coinvolto nell’inchiesta anche Cosimo Di Cursi, amministratore delegato della stessa Blutec.
I finanzieri hanno sequestrato l’intero complesso aziendale e beni per oltre 16 milioni di euro. Il Gip del tribunale di Termini Imerese, al termine delle indagini svolte dalle fiamme gialle, ha emesso un’ordinanza di arresti domiciliari per il presidente del CDA della Blutec
I due, inoltre, per u anno non potrano esercitare imprese e uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese. Contestualmente è stato emesso un decreto di sequestro preventivo dell’intero complesso aziendale e delle relative quote sociali della Blutec spa, nonché delle disponibilità finanziarie, immobiliari e mobiliari riconducibili ai menzionati indagati fino ad un importo di oltre 16 milioni e mezzo di euro.
Al momento Di Cursi si trova in Brasile dove il gruppo della famiglia Ginatta dispone di un sito produttivo. Gli indagati sono accusati di aver distratto ingenti finanziamenti pubblici di Invitalia (erogati per conto del Ministero dello sviluppo economico) per sostenere il programma di sviluppo finalizzato alla riconversione e riqualificazione del polo industriale di Termini Imerese. Era prevista la realizzazione di una nuova unità produttiva presso gli opifici della ex impresa FCA Italy per la produzione di componentistiche auto motive.
La Blutec spa, costituita nel 2014 con sede a Pescara, ha sottoscritto nel 2015 l’accordo di programma con i dicasteri dello sviluppo economico, del lavoro e delle politiche sociali, con la regione e il comune di Termini per un importo complessivo di circa 95 milioni di euro chiedendo agevolazioni pubbliche per oltre 71 milioni di euro (67 per finanziamento agevolato e 4 milioni a fondo perduto)
Le indagini hanno premesso di dimostrare che almeno 16 dei 21 milioni di contributi pubblici non sarebbero mai stati impiegati per i fini previsti, né restituiti alla scadenza delle condizioni imposte per la realizzazione del progetto.
In alcuni casi i fondi pubblici sono stati utilizzati per l’acquisto anche di software impiegati a beneficio di altre unità produttive aziendali site fuori dalla Sicilia e non presso il polo industriale di Termini Imerese. Oggi, nonostante la revoca del finanziamento dell’aprile 2018, le procedure di restituzione non sono state avviate.
La Blutec spa, il cui valore supera i 100 milioni di euro, è stata sequestrata per evitare la prosecuzione di condotte di malversazione e affidata ad un amministratore giudiziario. Inoltre, la spa è stata segnalata per responsabilità amministrativa degi enti dipendente da reato, per aver tratto un indebito profitto dal reato di malversazione commesso nel suo interesse da Ginatta e Di Cursi.