Cinque persone sono state arrestate questa mattina dagli agenti della polizia di Stato di Catania impegnati nell’operazione “Route 385” sulla tratta di esseri umani. Le manette sono scattate ai polsi di Ehimwenma Osagie, 37 anni, detto Christ, arrestato a Riposto, nel catanese; Naomi Ikponwmasa, 40 anni, arrestata a Catania; Loveth Omoregbe, 29 anni, anche lei arrestata a Catania; Helene Susan Ikponwmasa, detta Susy, 35 anni, arrestata a Roma e Lawrence Ogbomo, 44 anni, anche lui arrestato a Roma.
I cinque dovranno rispondere, a vario titolo e in concorso con altri soggetti non ancora identificati in Nigeria e Libia, di tratta di persone pluriaggravata anche ai danni di minori, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina pluriaggravato e anche sfruttamento della prostituzione.
L’indagine è partita dalle dichiarazioni di una giovane nigeriana che, reclutata nel suo paese di origine, era arrivata in Italia quale minore straniera non accompagnata, destinata al meretricio. Dopo mesi di sfruttamento la ragazza è riuscita a sottrarsi ai propri trafficanti: Susan Elaho, Naomi Ikponwmasa e Lawrence Ogbomo.
Le due donne, residenti in Italia da diversi anni, avevano avviato una fiorente attività economica nel settore della tratta di esseri umani facendosi coadiuvare da Ogbomo. Le due donne, grazie ai correi in Nigeria e Libia, reclutavano giovani connazionali nel paese di origine da adibire al mercato della prostituzione su strada, appropriandosi dei loro guadagni, percepiti anche grazie alla forza intimidatrice del rito vodoo a cui sottoponevano le vittime prima della partenza.
Un meccanismo ormai consolidato che tende ad assoggettare le persone che ricevono questo rito. Dal racconto della ragazza è emerso che la giovane aveva viaggiato ed era arrivata in Italia insieme ad un’altra ragazza, anche lei vittima degli stessi trafficanti e secondo le stesse modalità.
Questa seconda ragazza era in contatto con numerose prostitute, molte delle quali vittime. La loro “madame” era in contatto con un uomo chiamato Christ o Ehis, identificato poi in Osagie che rappresentava un personaggio di tutto rilievo nel settore in questione.
L’uomo, oltre ad occuparsi personalmente della tratta di esseri umani, aveva anche il controllo delle postazioni lavorative delle prostitute sulla strada statale 385 ed amministrava queste postazioni, concedendone il godimento a varie prostitute in cambio di 100 euro mensili, facensodi coadiuvare in tale attività da sue vittime di tratta o da altre prostitute vittime di tratta ad opera di altri trafficanti ma che avevano “affittato” la sua postazione lavorativa.
I cinque arrestati sono stati associati chi nel carcere di Catania e chi nel carcere di Rebibbia e Regina Coeli a Roma.