Un San Valentino all’insegna della musica da sentire e da vivere quella proposta dalla Fondazione the Brass Group per la nuova rassegna “Play Piano Play”, che riprende il titolo di un famoso album dell’artista Erroll Garner. Per le “Musiche del nostro tempo”, giovedì 14 febbraio alle ore 21.00 al Real Teatro Santa Cecilia, si esibirà Bepi Garsia in concerto con “Plays the music of Pino Marcucci & …”.
E’ un programma quanto mai affascinante, originale negli adattamenti e in buona parte anche inedito quello proprosto nel recital del pianista Bepi Garsia, musicista molto più parsimonioso nelle sue sortite siciliane di quanto non lo sia, invece, in quelle oltre Stretto. Il repertorio preparato da Garsia, infatti, disegna un emozionante viaggio che parte da temi poco frequentati, e per la prima volta eseguiti a Palermo, scritti dal compositore romano Pino Marcucci e, toccando la celebre “Rapsodia in blu” di George Gershwin, nella rara versione per solo piano, giunge fino a Debussy.
Artista assai versatile, è anche narratore di pungente vena ironica e paradossale, Marcucci gode di solida reputazione per le innumerevoli collaborazioni maturate con celebrità della lirica, come José Carreras, Placido Domingo, Vincenzo La Scola e Russell Watson, ma anche con big della musica leggera del calibro di Mina, Amedeo Minghi, Al Bano, Gianni Morandi e molti altri.
“Marcucci è un autore di grande fascino – dice Bepi Garsia – perché il suo stile compositivo, complesso e raffinato ma al contempo assai godibile, guarda al passato ma con la sensibilità del presente. La sua è musica contemporanea eurocolta che attraverso notturni, tanghi argentini, valzer, preludi e molto altro sembra evocare magicamente vere e proprie colonne sonore cinematografiche per film reali o immaginari”. Altra chicca del programma è l’esecuzione della “Rapsodia in blu” di Gershwin. “Le esecuzioni più frequenti della celebre pagina – spiega Garsia – sono quelle per pianoforte e orchestra sinfonica con gli arrangiamenti di Ferde Grofé. Un po’ meno usuali quelle per piano e organico squisitamente jazz (senza sezione d’archi), come mi è capitato di proporre, credo in anteprima assoluta, alcuni anni fa allo Spasimo con l’Orchestra Jazz Siciliana. Stavolta, invece, la peculiarità è che si tratta di una versione per piano solo». Il programma del recital è completato da “Pour le piano” di Claude Debussy. «E’ una suite che il grande autore francese terminò e pubblicò nel 1901 – spiega il pianista – E’ composta da tre movimenti individuali: Prélude, Sarabande e Toccata. Al di là della bellezza e della suggestione insite in queste pagine, il loro fascino, ed anche quello di buona parte della musica impressionista, è che con la loro modernità a volte sembrano anticipare l’avvento del jazz”.
Tra gli altri artitisti presenti nel cartellone della rassegna “Play Piano Play”, tutti siciliani (ad eccezione del californiano Thollem McDonas) ricordiamo Giuseppe Vasapolli, musicista di risonanza internazionale che con deliziosa autoironia rilegge se stesso in “Kisses kitchens”, con l’eclettico e lirico Diego Spitaleri, specialista di prove solitarie ed anch’egli impegnato a raccontar se stesso, con l’esuberante Riccardo Randisi, perno dell’Orchestra Jazz Siciliana, fresco autore del magnifico album “A waltz for you” e qui impegnato a ricordare le sue canzoni preferite, col frizzante Mario Bellavista, musicista che non disdegna incursioni nel jazz newyorchese, e con Paolo Passalacqua, pianista spesso con la OJS e la cui sobrietà si sposa a grande efficacia. Altra chicca è rappresentata dallo statunitense Thollem McDonas (al suo debutto in Sicilia) con l’inedito progetto “Solo piano in the dark”. Pianista acustico, tastierista elettronico, cantante, dj, improvvisatore, attivista politico e artista a tutto tondo, McDonas è costantemente in giro per il mondo e sempre assetato di nuove esperienze, dal free jazz alla post-classica, dal noise al punk,, dalla electro-dance alle colonne sonore cinematografiche e le sue poco ortodosse performance hanno ricevuto grandi elogi perfino dal leggendario guru del minimalismo Terry Riley.
L’area classica è ben rappresentata dalle pagine dedicte a Prokofiev e Shostakovich eseguita dalla giovane Silvia Vaglica e, unica eccezione all’esibizione in solo, dall’ormai affiatato duo costituito da Enza Vernuccio e Carmela Spatafora cui tocca di concludere il cartellone con un percorso nella storia della grande musica americana che va da George Gershwin a Leonard Bernstein.