Monte Scalpello è salvo, non finirà sbriciolato e in polvere. Il caso era stato sollevato dall’Associazione SiciliAntica, assistita dall’avv. Nunzio Condorelli Caff, che aveva proposto ricorso al TAR contro l’autorizzazione rilasciata il 15 giugno 2018 dal Distretto Minerario di Caltanissetta alla società trevigiana Fassa srl per l’apertura di una cava di calcare industriale a Monte Scalpello, in contrada Santa Nicolella, un’area ricadente nel territorio di Agira (EN).Con determina del 27 novembre scorso, lo stesso Distretto minerario ha dichiarato decaduta l’autorizzazione.
Nel provvedimento si legge che le osservazioni proposte dalla Fassa S.r.l. sono da ritenersi non sufficienti per il mantenimento del titolo sia per la lesione dell’art. 4 del Patto di Integrità , a causa di evidenti infiltrazioni mafiose, violazione del protocollo di legalità, in quanto soggetto venditore dei terreni è tale Pecorino Giuseppe, classe 1941, condannato a quattro anni e otto mesi per associazione mafiosa con sentenza definitiva e indicato dalle risultanze investigative come importante figura del contesto mafioso ennese, sia per il ricorso presentato da SiciliAntica che, oltre a denunciare la violazione dei numerosi vincoli ai quali il monte è sottoposto, in primis quello paesaggistico, e del protocollo di legalità, sottolinea l’unicità del sito dal punto di vista geologico, naturalistico, archeologico e paleontologico.
Resta da chiedersi come sia stato possibile che la Regione Siciliana abbia concesso in precedenza tutte le autorizzazioni e i nulla osta e che soltanto grazie alle segnalazioni e al ricorso di un’Associazione di volontariato si sia potuto evitare l’ennesimo scempio del nostro patrimonio culturale e naturalistico.
SiciliAntica continuerà a vigilare e a tutelare l’ambiente e il patrimonio culturale siciliano e, infatti, è già in prima fila contro la realizzazione delle discariche di Centuripe e di Agira.