Il palazzo degli studi di Modica, nel ragusano, sorto nel 1629 come collegio degli studi della Compagnia di Gesù su un’area di circa 5 mila metri quadrati, dal 1860 sede dell’istituto tecnico Archimede e dal 1878 anche sede del liceo classico Tommaso Campailla, oggi costola del Galilei-Campailla è interessato da analisi su tutta la struttura.
In questi giorni il plesso è stato interessato da un check-up completo da parte dei tecnici della Betontest che hanno eseguito delle analisi sui materiali per la caratterizzazione delle murature e delle malte, analisi del grado di umidità sia in superficie che in profondità.
E, ancora, prove ultrasoniche, ispezioni videoscopiche negli ambienti interni, nei solai e lungo i muri perimetrali interni ed esterni dell’edificio. Le analisi, iniziate lo scorso 16 novembre, si concluderanno il 30 novembre.
Le analisi sono condotte nell’ambito del progetto ISMERS, idoneità statica manufatti edifici nei centri storici ad alto rischio sismico, sviluppato da Betontest laboratori tecnologici e di ricerca di Ispica in collaborazione con l’università del Salento, Xrd tools strumenti e soluzioni per diffrazione a raggi x, grazie ai fondi del programma Horizon 2020 – Pon 2014/2020 (ministero dello sviluppo economico). Il progetto consiste nel raccogliere dati quanto più dettagliati possibili sullo stato di salute generale di edifici che ospitano scuole, uffici comunali, immobili storici e di pregio, utilizzando nuove tecnologie diagnostiche non invasive e sistemi ispettivi tradizionali, per conoscere la vulnerabilità sismica e intervenire, se necessario, con azioni mirate di prevenzione e messa in sicurezza.
Le analisi hanno riguardato il Palazzo degli Studi per intero, sia il pianterreno e i primi due piani che sono di proprietà del Libero consorzio comunale di Ragusa, sia il terzo piano appartenente al Comune di Modica e chiuso da oltre quarant’anni.
“L’amministrazione comunale e il sindaco Ignazio Abbate – ha dichiarato Corrado Monaca, direttore dei laboratori di ricerca Betontest – si sono attivati subito, con grande sensibilità, per consentire l’accesso al terzo piano e darci la possibilità di completare le indagini in tutto l’edificio”.
Sono stati raccolti così importanti dati, che saranno poi oggetto di una successiva elaborazione. “Sul piano strutturale, malgrado i quasi quattrocento anni di vita, l’edificio a prima vista non presenta criticità – prosegue Monaca – Il merito è delle caratteristiche costruttive e della resistenza della pietra di Modica che trovano qui una perfetta sintesi. Gli indici di resistenza dell’edificio sono tra i più alti che abbiamo riscontrato tra gli immobili analizzati, insieme a quelli di Palazzo Musso a Pozzallo. Non a caso l’edificio ha resistito al grande terremoto del 1693. Quanto al terzo piano, è stato oggetto di interventi recenti con il rifacimento del tetto. Un restauro di questo piano è fortemente auspicabile per il pregio e l’importanza culturale del luogo”.
Alle indagini ha preso parte uno staff dell’Università del Salento, diretto diretto dall’ingegnere prof. Fracesco Micelli e da un suo collaboratore ing. Alessio Cascardi, esperto nelle dinamiche delle reti neurali artificiali (intelligenza artificiale), che saranno utilizzate per l’elaborazione dei dati.
Il progetto, che ha già toccato Giarratana, Scicli, Pozzallo e Ispica,prossimamente farà tappa a Ragusa dove sarà passato ai raggi x la sede del Libero consorzio comunale di Ragusa in Viale del Fante.
Nella foto da sx: dott.ssa Loredana Modica, prof. Corrado Monaca, arch. Enrica Fidelio, dott. Sebastiano Maucieri.