L’area M orchestra si esibirà domani alle 19.00 e alle 21.30 al real teatro Santa Cecilia di Palermo per la rassegna Brass in jazz.
Un appuntamento musicale unico dedicato a Stevie Wonder, con la direzione e gli arrangiamenti di Pino Iodice. La nuova stagione concertistica della fondazione The brass group, giunta alla sua 44esima edizione, si presenta ricca di sonorità grazie ad un calendario variegato, ideato da Luca Luzzu, direttore artistico della fondazione, che prevede le performances di grandi artisti internazionali in ambito jazz e soul.
Da quest’anno, inoltre, per soddisfare le numerose richieste di abbonamenti, è previsto un doppio turno. Arriva per la prima volta a Palermo la Area M orchestra, formazione milanese di recente costituzione ma già distintasi per coesione, ritmo e rigoglio sonoro.
Nata in seno all’ampio progetto Area M del quartiere città studi di Milano e posta sotto il prestigioso coordinamento artistico del sassofonista Tino Tracanna, l’orchestra è costituita da diciotto tra i migliori giovani talenti lombardi e nell’occasione è diretta dall’esperta bacchetta di Pino Iodice che cura anche gli arrangiamenti con ospiti solisti Walter Ricci, voce tra le più interessanti del panorama italiano e Max De Aloe, armonicista di fama europea.
Il programma, un omaggio a Stevie Wonder tradotto in jazz, è tanto originale quanto impegnativo, soprattutto perché affronta un repertorio molto particolare, fortemente legato all’interpretazione del leggendario artista neroamericano: ovvero quello consegnato alla storia dal doppio album “Journey through the secret life of plants”, opera per molti versi anomala nell’evoluzione stilistica di Wonder.
Pubblicato nel 1979 della mitica Tamla Motown, il disco è la colonna sonora del documentario che Wonder volle realizzare campionando tutti gli strumenti impiegati e le musiche scaturite esprimono con grande efficacia la sua emozione di fronte al misetro della nascita e del fervore della natura.
“L’analisi e la trascrizione dei brani – dice Tracanna – sono stati per Iodice una vera e propria rivelazione, trovando all’interno soluzioni moderne e colte che nella musica pop sono inusuali e non commerciali. Il passo verso la traduzione in jazz, quindi, non è stato difficile e la riscrittura delle canzoni ha amplificato il valore intrinseco e lo spirito di ricerca che ha sempre animato Wonder.
Il materiale tematico ha consentito sviluppi molto interessanti dal punto di vista della rielaborazione, generando anche nuove melodie interne e combinazioni timbriche assai affascinanti ed attuali”.