Si è concluso a Palermo il programma dei controlli svolto in estate dalla guardia di finanza della stazione navale che ha riguardato le imbarcazioni leisure presenti nei porti del litorale palermitano.
L’iniziativa, preceduta dal censimento delle imbarcazioni ormeggiate nei porti turistici più importanti della provincia e dell’analisi dei dati acquisiti durante l’attività di sorveglianza per il contrasto dei traffici illeciti esercitata in mare, ha permesso di constatare il mancato rispetto degli obblighi di dichiarazione in capo a dodici soggetti fiscalmente residenti in Italia, proprietari di imbarcazioni da diporto battenti bandiera di paesi stranieri.
Per questi ultimi, infatti, la legge prevede l’obbligo di comunicare al fisco con la dichiarazione annuale dei redditi tale speciale circostanza riferita ai beni posseduti all’estero, come gli immobili, gli oggetti preziosi, gli aeromobili, le opere d’arte ed infine le imbarcazioni da diporto, proprio al fine di meglio apprezzare la reale capacità contributiva del dichiarante e ricavarne informazioni ed elementi utili a sostenere l’adeguatezza o meno dei redditi dichiarati rispetto alla propria situazione patrimoniale. In effetti, in alcuni casi, i proprietari dei natanti hanno dichiarato redditi congrui in relazione al bene posseduto, ma, in altri casi, si tratta di persone che hanno dichiarato redditi irrisori o che addirittura non hanno presentato la dichiarazione dei redditi, nei cui confronti saranno avviati gli ulteriori accertamenti che il caso impone.
Per tutte le ipotesi di omessa dichiarazione riscontrate le sanzioni previste vanno dal 3% al 15% del valore dei beni non dichiarati, quantificato dai finanzieri in circa 4 milioni di euro per le 12 barche immatricolate all’estero da cittadini residenti e taciute all’erario.