L’elipista di Tortorici, centro in provincia di Messina, sarà completata a breve ed inaugurata a settembre. Intanto, però, all’orizzonte sembrano profilarsi nuove beghe legate esclusivamente agli importi per la realizzazione dell’importante opera. I giudici del tribunale amministrativo di Catania, quarta sezione, infatti, hanno rigettato il ricorso presentato dal comune di Tortorici, rappresentato dall’avvocato Giuseppe Caminiti, contro la commissione straordinaria di liquidazione, rappresentata dall’avvocato Valentina Prudente.
Il comune nebroideo aveva richiesto con la presentazione del ricorso, l’annullamento da parte della commissione, della deliberazione dello scorso otto marzo in merito all’accertamento della somma necessaria per il completamento dell’intervento. Si parla di una somma di oltre 129 mila euro di fondi della protezione civile.
Quella dell’elisuperficie di Tortorici, è una storia davvero lunga. Era il 2012 quando venne approvato in linea amministrativa il progetto per l’elisuperficie in contrada Sciara per un importo di 700 mila euro. Dell’intera somma venne finanziata una parte per 170 mila euro con l’ulteriore previsione di spesa per 530 mila euro di cui 330 mila a carico del fondo di protezione civile e altri 200 per gli oneri a carico del bilancio comunale. Il contratto poi venne stipulato nel 2014. Nel 2015 l’elipista crollò e del caso se ne occuparono pure gli inviati di Striscia la notizia. Nel 2016, poi, la giunta guidata da Carmelo Rizzo Nervo, approvò una perizia di variante suppletiva che fece salire l’importo a carico del bilancio comunale.
Sempre nel 2016 venne dichiarato il dissesto e si insediò la commissione straordinaria di liquidazione, guidata da Emiliano Consolo. Fu proprio la commissione, alla richiesta del comune di attivare le somme per dare corso alla perizia di variante e di sbloccare le risorse da svincolare dal capitale finanziario destinato alla liquidazione dei debiti del comune. Una richiesta che la commissione contestò ritenendo che i fondi dovessero far parte della massa economica per i creditori del comune perché non sussisteva alcun vincolo di destinazione. Il comune aveva ritenuto questa decisione illegittima presentando ricorso al tribunale amministrativo. Ma per il Tar quei fondi non erano vincolati e quindi l’organo di liquidazione ha agito correttamente. Il comune adesso sta preparando il ricorso al Cga.