Dovrà rispondere di associazione mafiosa ed evasione il capomafia storico arrestato dai carabinieri della stazione messinese di Barcellona Pozzo di Gotto.
I carabinieri henno eseguito un’ordinanza del Gip, Monica Marino, presso il tribunale di Messina, su richiesta della locale direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo, che ha sostituito e aggravato gli arresti domiciliari, in atto dal 24 gennaio scorso, nell’ambito dell’operazione Gotha7 per associazione mafiosa ed altro nei confronti di Filippo Milone, 81 anni, capo mafia della locale famiglia dei barcellonesi.
La misura più restrittiva arriva a seguito di diversi e reiterati episodi in cui l’uomo, pur essendo ai domiciliari, usciva da casa per mantenere i contatti con gli intranei e curare gli interessi della consorteria sul territorio.
Le indagini, inoltre, hanno confermato la composizione della leadership del sodalizio con a capo proprio Milone, di delineare le gerarchie interne e di dimostare il suo preciso compito di assicurare il mantenimento degli intranei alla locale consorteria, attualmente ristretti per vicende giudiziarie e delle loro famiglie.
In particolare, le indagini hanno dimostrato come Milone era riuscito ad intrattenere nella propria abitazione, diversi contatti e conversazioni con alcuni affiliati, dando loro precise indicazioni sulla modalità con cui estorcere generi alimentari a commercianti del luogo da destinare ai componenti della famiglia mafiosa barcellonese, attualmente detenuti. Le indicazioni di Milone sono state osservate ed eseguite.
Milone ha continuato ad operare con lo stesso metodo mafioso dlla sua condotta precedente, pur essendo ai domiciliari. Si curava addirittura del sostentamento dei detenuti in segno di rispetto, estorcendo a terzi generi alimentari.
Milone stava scontando la pena ai domiciliari e questo gli aveva reso fcile contattare terzi e muoversi liberalmente nel terreno retrostante l’abitazione. Milone riusciva in questo modo a non farsi sorprendere dalle forze di polizia mentre trasgrediva agli arresti domiciliari per mantenere i contatti con esponenti della mafia barcellonese.
Inoltre, il 3 giugno scorso, i carabinieri di Barcellona Pozzo di Gotto avevano eseguito un decreto di sequestro preventivo nei confronti dell’uomo per intestazione fittizia di beni con l’aggravante del metodo mafioso di una somma contante di circa 30 mila euro. L’arrestato è stato condotto nel carcere di Messina Gazzi dove resterà a disposizione dell’Autorità giudiziaria.