L’insularità ed il mancato rispetto del diritto Costituzionale alla continuità territoriale costano alla Sicilia 3 miliardi di euro ogni anno, a dispetto di Regioni come la Sardegna che da decenni usufruiscono di agevolazioni che ai siciliani sono state negate dall’inerzia dei passati governi e dalla scarsa incisività della rappresentanza politica.
Messina è un’isola nell’isola e il disegno di progressiva smobilitazione portato avanti dalle Ferrovie Italiane sta arrivando “puntuale” alla stazione di arrivo: il definitivo smantellamento del sistema e la soppressione dei treni a lunga percorrenza.
I tagli operati ed i mancati interventi sul piano della mobilità hanno danneggiato pesantemente i messinesi ed anche i collegamenti con le navi veloci con Villa San Giovanni e Reggio Calabria, già molto lontani dalle reali necessità di pendolari e viaggiatori, rischiano ulteriori riduzioni.
I tagli agli Intercity ed ai treni notte hanno aggravato un quadro che penalizza fortemente le famiglie che non sono in grado di sostenere costi più alti.
Firmo con convenzione l’appello rivolto dall’Orsa e dal movimento #ilferribottenonsitocca, aggiungendo che la battaglia per la continuità territoriale deve riguardare l’intero sistema della mobilità e delle infrastrutture.
Non è più tollerabile che per i siciliani i costi di un biglietto aereo per Milano, Roma, Torino, siano uguali ai voli per le Capitali Europee o peggio, che nei periodi festivi, quando migliaia di giovani rientrano per trascorrere alcuni giorni con le famiglie, raggiungano cifre vergognose. La Sardegna da decenni garantisce ai suoi abitanti tariffe degne di un Paese civile che considera tutti cittadini della stessa Italia.