Mentre il Ministro Salvini visita i centri di accoglienza in Sicilia e mentre si cerca di capire le iniziative da intraprendere sul tema dei migranti, nel Mediterraneo non cessa l’attività degli sbarchi e il mare continua ad essere un cimitero per vittime che tentano di fuggire o cercare fortune in altri luoghi europei.
Questa volta in due naufragi, al largo della Turchia e della Tunisia sono morte almeno 55 persone ma, nel caso della Tunisia, il bilancio potrebbe essere molto più pesante dei 46 corpi recuperati prima dell’imbrunire domenica tra cui sei bambini affogati nell’Egeo e altri 67 tratti in salvo, tra tunisini e altre nazionalità africane.
Il naufragio è accaduto la notte scorsa al largo delle isole Kerkennah, in Tunisia, dove le unità di soccorso sono intervenute dopo una segnalazione di Sos di un peschereccio in difficoltà, con a bordo 180 persone.
Mentre avvenivano questi drammi, i servizi di salvataggio marittimo spagnoli salvavano 240 migranti partiti dal Nord Africa a bordo di 11 barche. Uno degli immigrati è annegato. Lo riferiscono gli stessi servizi i quali precisano che gli agenti hanno notato un cadavere galleggiare dopo aver salvato 41 migranti da un barcone che stava affondando
Un flusso di quasi un milione di persone in larga parte interrotto da un controverso accordo tra Ue e Turchia, che si è impegnata a fermare le partenze in cambio di aiuti economici ed altre concessioni. Tuttavia, i numeri degli sbarchi sulle isole greche hanno iniziato a risalire negli ultimi mesi, con situazioni assai critiche in particolare sull’isola di Lesbo. Secondo le ultime stime dell’Onu, sono 660 i migranti morti quest’anno mentre tentavano di attraversare il Mediterraneo. Nei primi 4 mesi del 2018 mentre un totale di 22.439 migranti hanno raggiunto le coste europee.
Antonio David