Andrea Lodato, giornalista de La Sicilia, doveva essere ucciso dalla mafia perché aveva parlato male del boss Benedetto Santapaola. E’ emerso nel corso di dichiarazioni del pentito Maurizio Avola nel processo a Catania per concorso esterno all’associazione mafiosa, all’editore Mario Ciancio Sanfilippo.
Avola, “sicario” della famiglia Santapaola, avrebbe avuto l’incarico dal nipote del capomafia, Aldo Ercolano e dal suo luogotenente Marcello D’Agata. All’epoca il patto saltò e il pentito non ha saputo spiegare il perché. La famiglia Santapaola da tempo aveva problemi col giornale che “si stava comportando male nei nostri confronti, ci stava dando disturbo”, ha aggiunto Avola, che poco prima aveva definito il direttore un “amico” della cosca mafiosa.
Più volte nel corso del dibattimento è stato contestato, sia dal pubblico ministero Antonino Fanara sia dalla difesa, con gli avvocati Carmelo Peluso e Francesco Colotti, l’ex reggente del clan dei Laudani, Pippo Di Giacomo, che ha “ribaltato” dichiarazioni già verbalizzate.