“Vi canto una canzone alla rovescia. Il Lonfo, Burchiello, il Giabbervocco e altri gioielli del nonsense”. Un appuntamento in programma domani pomeriggio alle 18.00 al museo delle Marionette di Palermo a cura di Ignazio Romeo con letture di Cinzia Carraro e Ignazio Romeo.
L’evento è organizzato da BCsicilia, insieme all’associazione I luoghi della sorgente, al museo internazionale delle marionette e in collaborazione con gli assessorati regionali al turismo, beni culturali e MiBCAT. La presentazione sarà a cura di Rosario Perricone, direttore del museo delle marionette; Claudio Perna, presidente dell’associazione Luoghi della sorgente ed Alfonso Lo Cascio, presidente regionale BCSICilia.
In occasione dell’evento sarà possibile partecipare ad uno spettacolo tradizionale dell’opera dei pupi con lo sconto del 50% con inizio alle 17.00.
Si può parlare seriamente di nonsense? E’ un’impresa sovrumana, trattandosi di un genere campato in aria, si finirebbe per produrre solo aria fritta. Si può almeno dire cos’è il nonsense? E come si fa a stabilire qual è il senso, la natura, l’ordine di ciò che per propria scelta non ha testa né piedi?
Con Vi canto una canzone alla rovescia, Cinzia Carraro e Ignazio Romeo propongono perciò, senza ambizioni di completezza, solo un primo itinerario alla scoperta di questo genere letterario, che si è mosso nei secoli, beffardo e clandestino, affidandosi soprattutto alla tradizione orale, fra parodia e messa in crisi delle comuni logiche del linguaggio. L’itinerario è ispirato al Piccolo libro dei nonsense di Pier Paolo Rinaldi del 1997 ed è liberamente arricchito dalla memoria del curatore.
Attraverso una serie di piccoli assaggi, ci si augura gustosi per il pubblico, verranno presentati e letti esempi dal Medioevo ad oggi, dal Frate Cipolla di Boccaccio ai sonetti “alla burchia” del Burchiello [ca. 1404-1449]; dai classici inglesi dell’800, Edward Lear [1818-1888] coi suoi Limerick e Lewis Carroll [1832-1898] col Jabberwocky e Humpty-Dumpty, ai nonsensisti italiani Olindo Guerrini [1845-1916] e Yorick [1836-1895]. Non mancherà una sezione dedicata alla poesia popolare italiana (raffrontata con dei versi del francese François Villon [1431-1463]), né una sul nonsense involontario, coll’inconsapevole magistrato napoletano Ferdinando Ingarrica (che pubblicò nel 1834 le sue Anacreontiche) e i begli spiriti che hanno imitato (consapevolmente) le sue “ingarrichiane”.
I piccoli assaggi del Novecento oscilleranno fra il varietà (Petrolini [1884-1936]), le avanguardie storiche (Dadaismo), il teatro dell’assurdo (Ionesco). Si finirà con due recenti maestri italiani del genere: Fosco Maraini [1912-2004], autore della Gnosi delle fanfole, e Toti Scialoja [1914-1998], il poeta dei Versi del senso perso. Non senza un doveroso scappellamento (come fosse antani) in onore di Germi, Monicelli e Tognazzi, e della loro supercazzola.