Tratta di persone con le aggravanti di aver agito con minacce attraverso riti voodoo in danno di minori. È questa l’accusa di cui dovrà rispondere Brigth Aigbuza, 25 anni, arrestato dagli agenti della squadra mobile di Catania con la collaborazione della squadra mobile di Biella.
L’obeittivo dell’organizzazion era sfruttare la prostituzione esponendo le persone offese ad un grave pericolo per la vita e l’integrità fisica, facendo attraversare il continente di origine sotto il controllo di criminali, che le sottoponevano a privazioni di ogni genere e a diverse forme di violenza, dacendole giungere in Italia ia mare a bordo di imbarcazioni occupate da moltissimi migranti, esponendole ad un altissimo rischio di naufragio, nonché di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Il provvedimento restrittivo accoglie gli esiti di un’articolata attività investigativa di tipo tecnico avviata dalla Squadra Mobile di Catania con il coordinamento della D.D.A. etnea, a seguito delle dichiarazioni rese dalla minore “Sole” – nome di fantasia, n.d.r. –in relazione al viaggio compiuto per raggiungere l’Italia, ai soggetti che l’avevano organizzato ed agli impegni assunti dalla giovane per ripagarne le spese.
Il 17 novembre del 2017 la ragazza era stata ascoltata dalla commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale e in quell’occasione ha dichiarato le proprie generalità, riferendo di averle declinate inesatte al momento dell’arrivo, il 23 novembre, al porto di Catania.
Dalle dichiarazioni della vittima sono emersi diversi indizi del delitto di traffico di esseri umani, consumato nei confronti della stessa ragazza, reclutata da un connazionale di nome Brith che abitava in Italia e le aveva proposto di raggiungere la nostra penisola facendosi carico delle spese del viaggio e che grazie ai contatti con la madre della ragazza aveva iniziato a minacciarla perché si allontanasse dalla struttura e iniziasse a prostituirsi per pagare il debito assunto con Brith.
Sulla scorta delle dichiarazioni rese dalla vittima, è stata avviata un’attività tecnica sull’utenza in uso alla persona offesa e su quella indicata dalla stessa in uso al trafficante Brith arrestato oggi.
Insieme a Brith “lavorava” il fratello che viveva in Nigeria e aveva provveduto a sottoporre ad un rito voodoo la ragazza. La vittima era giunta in Italia da più di un anno, non si era allontanata dalla struttura di accoglienza, non aveva ancora iniziato a pagare il suo debito e risultava irrintracciabile telefonicamente.
Venerdì scorso gli agenti della squadra mobile di Catania insieme ai colleghi di Biella hanno rintracciato Brigth in una comunità in provincia del centro piemontese.
Fra i contatti nel cellulare dell’indagato è stato trovato anche il numero della vittima, registrato in modo inesatto. Per questo Brigth non era riuscito a contattarlo. Dopo le formalità di rito l’uomo è stato rinchiuso nel carcere di Biella dove resterà a disposizione dell’Autorità giudiziaria.