La continuità tra passato e presente dei simboli e delle azioni rituali che caratterizzano le cerimonie della Settimana Santa in Sicilia è stato il filo conduttore dell’incontro con il professor Ignazio Buttitta, ordinario di Storia delle tradizioni popolari all’Università di Palermo.
“La molteplicità e la ricchezza – spiega Buttitta -delle storie e delle tradizioni culturali, dei simboli e delle pratiche rituali, delle espressioni artistiche e performative delle diverse cerimonie che durante la Settimana Santa ritornano in parecchi centri dell’isola deriva da contesti socio-culturali diversi e lontani nel tempo. Alcuni di questi riti sembrano affondare le loro radici in un passato remotissimo, che potremo definire protostorico se non preistorico, altri richiamano invece vicende storiche più recenti”.
L’incontro con il professor Ignazio Buttitta su “Il tempo della festa” si inserisce nel progetto Comunicare l’antico. Conversazioni al Parco archeologico di Naxos, ideato e promosso dal Parco Archeologico di Naxos-Taormina e dal Festival Naxos legge.
“Scoprire i riti della Settimana Santa ha una importante valenza non solo sul piano storico- culturale, ma anche – afferma Fulvia Toscano, direttore artistico di Naxoslegge – per il mondo contemporaneo, che spesso rischia di perdere le sue radici, soprattutto nelle giovani generazioni. È il motivo per il quale abbiamo deciso di promuovere questo incontro in vista dell’avvicinarsi della Pasqua. Un’occasione per riscoprire il nostro territorio e le nostre radici”.
“L’incontro con il professor Buttitta sulle cerimonie della Settimana Santa che sono arrivate, attraversando epoche e culture diverse, fino ai nostri giorni –afferma Maria Grazia Vanaria, archeologa del Parco di Naxos Taormina – è un’occasione per rendere il Parco Archeologico di Naxos Taormina un luogo vivo in continuità con il nostro passato”.
Un viaggio attraverso le immagini, le parole e i suoni dei riti della Settimana Santa siciliana: dalla la corsa dei santi la cosiddetta “rigattiata” a Burgio e nella valle del Verdura alla distribuzione di pani multiformi distribuiti il Venerdì Santo a Longi, dal “ballo dei diavuli” a Prizzi alla “festa dell’alloro” del lunedì Santo a Forza d’Agrò.
“La ragione di questa variegata complessità rituale – continua Buttitta – va essenzialmente ricondotta al particolare periodo dell’anno in cui la Pasqua si posiziona sul calendario cerimoniale. La festa di Pasqua è la festa delle feste, la festa che rifonda il cosmos naturale e sociale e riempie di senso i cicli della vita individuale e collettiva.
Attraverso la salvifica vicenda di morte e resurrezione del Cristo si celebra, infatti, anche il mistero della rinascita del tempo e della vita. Per questo i riti della Settimana Santa mettono insieme elementi di origine precristiana legati all’ancestrale rinnovamento della natura con pratiche religiose dettate dalla Chiesa. Negli anni però queste ritualità, in molti casi, sono state sottoposte a forme di manipolazione per scopi turistico-commerciali che hanno finito per snaturarle”.