Domani, sabato 23 marzo alle 17.30 la sala del teatro Gianì a Partinico, nel palermitano, ospiterà la presentazione di due libri di Vincenzo Di Trapani. La manifestazione si inserisce nel ciclo di incontri organizzato da BCSicilia per tutto il mese.
Dopo l’introduzinoe di Teresa Chimenti, presidente BCSicilia sede di Partinico e di Giuseppe Di Trapani, presidente dell’accademia della cultura, sarà presentato dalla docente Maria Rosa Rizzo, dirigente scolastica, “Partinico (1800-1900) da borbonica a Savoiarda”.
Il libro “Don Masinu (Lu vampiru)” verrà invece presentato dal professore Vincenzo Salvia, dirigente scolastico.
Il primo volume è un lavoro a carattere storico che vuole riportare all’attenzione dei lettori una serie di verità occultate nel passato perché scomode alla classe politica dominante.
Sullo sfondo di un ampio panorama comprendente la Sicilia nel progetto risorgimentale, all’interno di un circoscritto territorio geografico, si ritrova protagonista il popolo di Partinico. Si tratta di una popolazione che dall’800 al ‘900 è stata vittima di quei grandissimi pregiudizi che dilagano su territori molto più ampi creando il famigerato problema meridionale.
Vengono evidenziati i tradimenti, il colonialismo, gli insuti subìti, opportunamente documentati e, anche, testimoniati da un poeta siciliano dell’epoca che, parlando al popolo di Partinico, ebbe a dire: “sta sula spranza ti farà biatu: campi di spranza e mori dispiratu”.
Il secondo libro, “Don Masinu” fa parte di un gruppo di cinque elaborati ad indirizzo preminentemente storico ed antropologico, esposti in vernacolo siciliano. Un libro a carattere narrativo. Le presunte vicende esposte, collocate nel decennio storico successivo al primo conflitto mondiale, per motivi rappresentativi, si sviluppano in un circoscritto ambiente, pur se sono comunemente presenti in ampie regioni meridionali.
Il popolo e le vicende roteano attorno ad un personaggio “Don Masinu” che in quella società rappresenta il motore che tutto muove, artefice del bello e del cattivo tempo, sicuro di sé ma votato ad un triste destino. Nel racconto è presente una popolazione rassegnata al silenzio e al non sapere, popolazione destinata a subire, anche dopo la morte di Don Masinu, la presenza di un potere mafioso che entra in simbiosi con i politici, pur se per ingiustificata convenienza, eletti.
Vincenzo Di Trapani è insegnante in pensione. Autore di oltre quaranta lavori di diverso indirizzo: storico, letterario, poetico, pedagogico, religioso, narrativo; lavori ancorati a valori sociali ed etici. Orgoglioso delle sue origini siciliane, è amante della propria lingua e una decina dei suoi lavori, in versi ed in prosa, sono esposti in vernacolo.
Con tali elaborati si prefigge di farsi promotore, nelle scuole della regione, di specifici progetti volti a valorizzare la conoscenza e lo sviluppo di quella lingua che rischia di rimanere ignota alle future generazioni. Nel mondo scolastico, dove ha insegnato per quarantadue anni, ha rivestito per diciotto anni l’incarico di vicario in sede spesso priva di titolare; contemporaneamente, con l’incarico di giunta e da presidente ha guidato il Distretto Scolastico 6/44 facendosi promotori di particolari iniziative nel territorio.
Con particolare interesse cura la scoperta e la divulgazione di quella vicende che la storia ufficiale, per opportunismo, ha spesso accantonato, vicende che, rivelando l’anima di un popolo, svolgono un notevole compito formativo in prospettiva di un migliore futuro.