Catania: esplosione in centro, tre morti
Ieri a Catania due vigili del fuoco e una terza persona sono rimaste uccise da un’esplosione in una palazzina del centro città. Altri due pompieri sono ricoverati in gravi condizioni all’ospedale Garibaldi.
Le condizioni di salute di uno dei due feriti si sono aggravate durante la notte e l’uomo è stato ricoverato nel reparto di rianimazione del garibaldi, diretto da Sergio Pintaudi.
Un silenzio assordante questa mattina di fronte al luogo della tragedia (nella foto dell’Ansa). Tutti si fermano anche solo per qualche istante per rivolgere un saluto e una preghiera a chi non ce l’ha fatta.
L’evento si è verificato a piano terra dello stabile con ingressi in via Garibaldi e via Sacchero. Un 75enne, che viveva nella casa e di due vigili del fuoco e il ferimento grave di altri due pompieri. Sulle tavole un foglio che ufficializza il sequestro di parte dell’immobile disposto dalla procura di Catania. Sull’episodio stanno indagando gli agenti della squadra mobile della questura.
Nel corso della notte i vicini di casa sono potuti tornare nelle proprie abitazioni dopo che i vigili del fuoco hanno messo in sicurezza e bonificato la zona. L’unica cosa certa è che l’esplosione si è verificata dall’inerno all’esterno, come dimostra la porta di ingresso che la deflagrazione ha fatto volare per alcuni metri prima di cadere su un’auto parcheggiata.
La squadra dei vigili del fuoco, con cinque uomini in servizio, era arrivata su segnalazione di una fuga di gas da parte di un vicino che poi ha detto di aver visto un pompiere con una motosega in mano. Ma anche se l’avesse usata non è detto che le scintille abbiano causato l’esplosione perché è stata dall’interno verso l’esterno.
La causa probabilmente è da ricercare nell’appartamento dove sono state trovate e sequestrate tre bombole di gas Gpl. Non si esclude nemmeno la tesi del suicidio. L’uomo potrebbe anche essere svenuto per un malore o per l’esalazione del gas che ha saturato l’ambiente comprimento la parete e spingendo verso l’esterno. Oggi la procura di Catania, con l’inchiesta diretta da Carmelo Zuccaro, potrebbe disporre l’autopsia sui corpi delle tre vittime.
Ad avvalorare la tesi del suicidio è la frase pronunciata dal pensionato morto che diceva: “che campo a fare”. Non si parla d’altro davanti al numero 325 di via Garibaldi a Catania. L’anziano è rimasto ucciso insieme ai vigili del fuoco nella bottega dove riparava biciclette.
“Era una brava persona – dicono i vicini – quando passavo di qui lo salutavo e lui rispondeva”. Uno dei ragazzi a cui l’uomo aveva riparato la bicicletta ha ricordato che l’anziano si lamentava perché era malato e il dottore gli avrebbe dato quattro giorni di vita.