Omicidio plurimo in concorso. È questo il pesante reato di cui sono stati accusati i due libici Ahmad Abdelkarim Alla e Abd Arahman Abd Al Monssif, rispettivamente 22 e 21 anni, condannati in primo grado a 30 anni di reclusione.
I due, in concorso tra loro e con altri correi, anche loro condannati in primo grado per il medesimo reato, già sottoposti a misura cautelare per il delitto di omicidio, durante la navigazione impedivano ai migranti con violenza di salire al ponte superiore, provocando così la morte per asfissia a 49 persone.
Il 17 agosto del 2015 i due libici condannati erano stati arrestati dagli agenti della squadra mobile in collaborazione con la guardia di finanza per omicidio e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Facevano parte di un equipaggio di un’imbarcazione di circa 13 metri, partita dalle coste libiche, soccorsa il 15 agosto dalla marina militare italiana.
A bordo del natante erano stati soccorsi 313 migranti e recuperate 49 salme. I migranti e i cadaveri erano stati successivamente trasferiti a bordo della nave della Siem Pilot battente bandiera norvegese, giunta il 17 agosto al porto di Catania con altri 103 migranti soccorsi in acque internazionali da altra unità navale.