Due piromani sono stati arrestati dai carabinieri di Messina per l’incendio della sala ricevimenti di Monforte San Giorgio. Un provvedimento eseguito dai carabinieri su ordinanza emessa dal gip del tribunale di Barcellona, Fabio GUgliotta che ha accolto le richieste della locale procura.
Le indagini erano scattate a seguito dell’incendio dell’immobile. I due giovani, con alcune taniche di benzina, avevano appiccato il fuoco all’immobile per vendicarsi di essere stati costretti qualche sera prima, dal personale addetto alla sicurezza, ad allontanarsi da una discoteca gestita dagli stessi proprietari del locale dato alle fiamme.
Le manette sono scattate ai polsi di Luca Bertè, 24 anni e di Mirko Lupo, 19 anni, entrambi di Venetico. Dovranno rispondere di incendio aggravato in concorso.
Le indagini erano state avviate la sera del 29 dicembre del 2017 quando i carabinieri erano intervenuti nella sala ricevimenti Santorini di Monforte San Giorgio. L’incendio aveva distrutto tutti gli arredi arrecando gravissimi danni alle pareti e la rottura di tutte le vetrate.
Nel corso del sopralluogo i carabinieri hanno trovato e sequestrato 2 taniche da 25 litri contenenti residui di liquido infiammabile, una mazza per carpenteria verosimilmente utilizzata per rompere una porta secondaria di accesso al locale, un guanto e un accendino, mentre all’esterno venivano trovati un passamontagna, due paia di scarpe parzialmente bruciate e indumenti contenenti tracce ematiche.
Le indagini dei carabinieri hanno permesso di raccogliere un quadro indiziario nei confronti dei due giovani arrestati. La sera del 29 dicembre, uno dei malviventi, Luca Bertè, una volta giunto sui luoghi, ha iniziato a spargere benzina all’ingresso del locale per poi continuare anche all’interno.
Il complice, Mirko Lupo, rimasto all’ingresso, non essendosi accorto che l’ingresso era già cosparso di liquido infiammabile, appiccava il fuoco provocando immediatamente l’incendio con il correo ancora all’interno dell’immobile.
Bertè, trovandosi intrappolato dalle fiamme, è stato costretto ad una precipitosa fuga attraverso le fiamme, non essendovi altre vie di fuga percorribili, che quella utilizzata per accedere al locale.
Dopo essere uscito dal locale, Bertè si spogliava abbandonando gli indumenti bruciati e ricorreva alle cure mediche al policlinico di Messina. La sala ricevimenti bruciata doveva essere inaugurata tre giorni dopo: il 31 dicembre del 2017.
L’incendio sarebbe stato motivato da una “vendetta” per essere stati costretti, qualche sera prima, dal personale addetto alla sicurezza, ad allontanarsi dall’attigua discoteca “Manila” gestita dagli stessi proprietari del locale dato alle fiamme.
Dopo le formalità di rito, gli arrestati sono stati ristretti nel carcere di Messina Gazzi dove resterà a disposizione dell’Autorità giudiziaria.