Più di 10 mila persone ieri sono scese in piazza a Milazzo nel messinese per dire no all’inceneritore della valle del Mela. Il territorio ha fatto sentire forte la propria voce, insieme anche a persone giunte a Milazzo da tutta Italia.
“Questa battaglia si può vincere. La politica e le istituzioni – fanno sapere dal comitato contro l’inceneritore – devono stare attente perché ci avranno sempre col fiato sul collo affinché intraprendano finalmente gli atti concreti che abbiamo chiesto. Questo inceneritore non può e non deve essere autorizzato!
Hanno provato in tutti i modi a convincerci del contrario. Non hanno applicato il Piano regionale dei rifiuti che prevede differenziata, riciclaggio e recupero di materia, per portare le discariche al collasso e lasciare la spazzatura a marcire nelle nostre strade: speravano così che la gente accettasse di subire in silenzio i veleni degli inceneritori ed i profitti che vorrebbero fare sulla nostra pelle.
Ma si sbagliavano: la grande manifestazione di oggi lo ha dimostrato in maniera lampante”.
Adesso secondo il comitato degli inceneritori serve un incontro dei sindaci con Gentiloni con tanto di presidio popolare davanti palazzo Chigi. “Pretendiamo che il Presidente della Regione faccia propria questa battaglia”.
Dobbiamo sincerarci che un’eventuale richiesta di concessione edilizia venga respinta, così come previsto dalla legge, in quanto l’inceneritore è vietato dal Piano Paesaggistico dell’Ambito 9.
Dobbiamo pretendere che il Piano Paesaggistico venga difeso dai numerosi ricorsi e che venga al più presto applicato e recepito nei vari Piani regolatori, in primo luogo dall’IRSAP (l’ente regionale che gestisce le aree industriali).
Un grazie particolare alle delegazioni provenienti da ogni parte della Sicilia e anche d’Italia (come le Mamme No Inceneritore di Firenze).
In migliaia hanno attraversato Milazzo, in provincia di Messina, nel pomeriggio di ieri, 28 gennaio, per pretendere a gran voce lo stop al progetto di A2A, multinazionale del nord Italia, che prevede la realizzazione di un inceneritore nella Valle del Mela al posto della centrale termoelettrica attualmente attiva.
In piazza sono scese famiglie, bambini, giovani, comitati territoriali, ambientalisti. Il corteo è partito da piazza San Papino per sfilare lungo le vie del centro cittadino intonando cori contro A2A e la realizzazione dell’inceneritore.
Nel corso della manifestazione sono stati numerosi gli interventi al microfono che ribadivano l’esigenza e l’importanza di un piano di mobilitazione di massa per fermare i progetti criminali che il governo italiano vuole portare a termine. Altri invece hanno sottolineato la faccia tosta di Musumeci che pensa di convincere i Siciliani di essere il risolutore di tutti i problemi legati all’emergenza rifiuti. E poi bandiere della Sicilia e striscioni di ogni genere.
“Per anni i governi regionali si sono dimostrati supini al volere degli interessi di Stato e dei comitati d’affari della munnizza. E se oggi i piani di questi signori non sono andati in porto è merito dei comitati territoriali di tutta la Sicilia che si oppongo alla realizzazione di nuove discariche e inceneritori, al piano del Governo Crocetta, del Partito Democratico e di Confindustria”. Sono queste le parole di chi interviene dal palco alla fine della manifestazione.
In giornate come quella di ieri a Milazzo si danno segnali importanti di forza, di voglia di ribellione e di solidarietà. Non è un caso, infatti che oltre ai cittadini e i comitati dei comuni della Valle del Mela – comitato No Inceneritore del mela, Cittadini contro l’inceneritore e il Coordinamento ambientale Milazzo, Valle del Mela – fossero presenti anche Il comitato contro la discarica di Armicci di Lentini, Francofonte e Carlenti, comitato NoTriv di Licata, il comitato Stop veleni di Augusta, zero waste Sicilia, magazzino di mutuo soccorso delle isole Eolie, la rete di comitati territoriali Antudo, i comitati di Ragusa e il comitato mamme contro l’inceneritore di Firenze.
Un momento importante di lotta per dare una risposta concreta a chi crede che la realizzazione di altre discariche e inceneritori in Sicilia sia già cosa fatta.
Sicuramente dopo la manifestazione di ieri dovrebbe essere chiaro a tutti i vari ministri e politici regionali e locali che i siciliani sono pronti a difendere la propria terra e rivendicare il diritto di autodeterminazione e indipendenza.