Si concluderanno domani mattina con la tradizionale messa detta “d’u pirdunu” a Tortorici, nel messinese, i lunghi festeggiamenti in onore del patrono San Sebastiano. Nel corso della celebrazione liturgica, prima che il simulacro del Santo venga riposto nella sua teca fino alla festa di maggio, padre Simone Campana benedirà il cotone che poi sarà distribuito ai fedeli.
Questa sera, invece, la processione è rientrata col buio verso le 19.00. Al termine della celebrazione della messa cantata della 11.00, celebrata nella centrale chiesa di San Nicolò, dove il simulacro del Santo patrono di Tortorici insieme alle reliquie è rimasto da sabato scorso, 20 gennaio, è iniziata la processione.
San Sebastiano, vestito a festa, con tutti gli ex voto applicati nella pettorina, ha fatto il giro del paese, anche nelle zone dove il 20 gennaio non era stato. La comunità di Tortorici è ancora scossa per la morte della giovane concittadina Chiara Foti Randazzese e continua a pregare perché le condizioni della sorellina Elisa migliorino. Ma la vita continua e così anche la festa del patrono.
Sabato 20 gennaio era stata fatta soltanto una breve processione, dalla chiesa madre fino al fiume Calagni dove dopo il Te Deum il simulacro è stato riposto nella chiesa di San Nicolò. Oggi, invece, si è effettuato tutto secondo tradizione, ad eccezione delle marce dei bersaglieri, dello sparo dei mortaretti e dei tradizionali balli in piazza Duomo al rientro della processione. All’uscita dalla chiesa di San Nicolò, la processione è arrivata dove un tempo sorgeva il vecchio carcere e qui padre Simone Campana ha impartito la benedizione ai presenti ed è stato invocato a gran voce San Sebastiano con il grido “Grazi, San Bastianu, Grà”.
La questua dei “nudi” è iniziata da qui e i fedeli vestiti di bianco e a piedi scalzi sono ritornati in piazza duomo intorno alle sei del pomeriggio. Da qui è poi partita la solenne processione. Le donne vestite di bianco e col fazzoletto in testa, incolonnate in due file, hanno aperto la strada al simulacro del Santo preceduto dai sacerdoti con la croce e per la prima volta dopo tanti anni anche da due portatori di alloro, come da antica tradizione riportata in auge quest’anno grazie all’associazione “I nudi”.
Solo per quest’anno non stata eseguita la tradizionale quanto caratteristica “ballata d’a vara”, a seguito del terribile lutto che ha colpito Tortorici, ma al rientro del simulacro nella chiesa di Santa Maria Assunta è stato recitato a gran voce da tutti i fedeli il rosario di San Sebastiano, interamente in dialetto che qui di seguito riportiamo
“Sammastianu cavaleri ranni
cavaleri di Diu senza disigni,
quannu lu ssicutaru li tiranni,
sutta un peri di ddauru mantinni.
Calaru l’angili cu ddu beddi palmi
dicennu: Bastianu acchianatinni
Jo lassu l’oru, la sita, e li panni,
la Grazia di lu cielu nterra scinni”
Un momento di raccoglimento e di preghiera con i pensieri dei più probabilmente rivolti a Chiara e alla sorella Elisa che continua la sua lotta in ospedale.
I tre giri della piazza sono stati eseguiti senza balletto e al termine padre Simone, dal sagrato della chiesa ha recitato insieme a tutti i presenti un “Padre nostro” di ringraziamento.