Un danno erariale di quasi un milione di euro e circa 300 mila euro di percezione indebita dell’indennità di accompagnamento. La guardia di finanza a Caltanissetta ha segnalato 223 soggetti ed elevato sanzioni pecuniarie per oltre mezzo milione di euro.
L’indennità incassata, però, non spettava. Lo ha accertato il nucleo di polizia tributaria di Caltanissetta che ha svolto una attenta ricognizione delle posizioni dei soggetti che risultavano percettori dell’indennità di accompagnamento e contestualmente erano ricoverati in lungodegenza a titolo gratuito.
In particolare, l’attenzione delle fiamme gialle si è concentrata sui cittadini che, essendo titolari di indennità, si trovavano in degenza gratuita per periodi pari o superiori ad un mese. La legge, infatti, prevede che al verificarsi di tale presupposto, l’indennità di accompagnamento deve essere sospesa per l’intero periodo di ricovero
I percettori sono obbligati a segnalare all’Inps la propria condizione di ospedalizzazione. In questo contesto i finanzieri nisseni hanno appurato che sul territorio provinciale molte persone avevano omesso la comunicazione suddetta e percepito indebitamente l’indennità di accompagnamento per il periodo di degenza gratuita in struttura sanitaria.
L’illecita condotta ha procurato anche nocumento alle casse dell’azienda sanitaria provinciale per il mancato versamento delle rette giornaliere di degenza, quando dovute, sia da parte dei pazienti che, in caso di compartecipazione, dei comuni di residenza degli stessi.
L’attività ispettiva ha permesso di individuare, dopo complesse analisi documentali e incrocio di informazioni ricavate dall’azione di intelligence, 223 persone che hannof rodato l’erario dal 2014 al 2016.
Per loro inoltre è stata inoltrata segnalazone all’Autorità giudiziaria e prefettizia per il reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato e per il recupero dell’illecito guadagno conseguito ammontante a 300 mila euro, oltre sanzioni pecuniarie per circa mezzo milione di euro.
Il danno erariale provocato è stato di quasi un milione di euro, denunciato alla corte dei Conti di Palermo.