“La maggior parte degli ospiti dell’incontro odierno si sono formati nel nostro Ateneo. Questo deve rappresentare un messaggio importante per i nostri studenti: chi si laurea qui a Catania può ambire a occupare qualsiasi ruolo a livello apicale e dirigenziale.
Proprio per favorire l’occupazione e per consentire ai giovani di avere un contatto diretto con il mondo del lavoro stiamo cercando di mantenerci a stretto contatto con le imprese del territorio”.
Ad aprire il convegno “Crescere con le infrastrutture in Sicilia”, svoltosi stamattina (4 dicembre) al Dicar, è stato il magnifico rettore Francesco Basile, che ha annunciato lavori in corso “per un miglioramento della mobilità studentesca in città e non solo”.
“Abbiamo pensato e voluto questo importante convegno per le nuove generazioni – ha commentato il direttore del dipartimento di Ingegneria civile e architettura Enrico Foti – vogliamo restituire loro fiducia e nuovi input per far comprendere le molteplici strade occupazionali che potranno un domani ricoprire i nostri laureati, quanto mai competitivi su scala globale”.
Al tavolo dei relatori, gli esperti dei trasporti su ferro, strada, via aerea e marittima, che hanno fatto il punto su un settore che oggi rappresenta il perno su cui far ruotare la crescita economica e sociale dell’Isola. Progetti, governance e dati relativi agli investimenti di aeroporto, porto, strade, ferrovie e metro, sono stati illustrati alla presenza del neo assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone, alla sua prima uscita pubblica.
“Questa occasione è un momento importante di raccordo con tutti gli interlocutori del territorio – ha sottolineato – abbiamo finalmente inaugurato una nuova stagione che vedrà la politica prendersi in carico responsabilità e criticità presenti, per dare risposte concrete ai cittadini. E per far questo dobbiamo avvalerci di risorse d’eccellenza, qualificate e competenti. Nel podio delle aspettative dei siciliani, oltre al lavoro e alla salute, ci sono le infrastrutture, che migliorano la qualità della vita e contribuiscono a valorizzare la nostra terra”.
Valore aggiunto ribadito dall’assessore comunale ai Lavori Pubblici Michele Giorgianni: “Vogliamo creare tutte le condizioni necessarie affinché i giovani non siano costretti a laurearsi con la valigia in mano – ha detto – avere una rete ferroviaria efficiente per il trasporto delle merci è fondamentale per gli imprenditori; avere la fibra ottica con una copertura al 100% – così come sta facendo il Comune di Catania – è necessario per una smart city che vuole evolversi nel segno delle tecnologie e dell’innovazione”.
AEROPORTO – Una sfida che parte proprio dallo scalo aeroportuale etneo, infrastruttura di primaria importanza per la Sicilia Orientale. “Investiremo 100 milioni di euro per la programmazione 2017/2020 – ha spiegato l’Ad Sac Nico Torrisi – che cambieranno il volto dello scalo, adeguando l’infrastruttura ai numeri record raggiunti negli ultimi tempi. Noi faremo il massimo che garantire standard qualitativi alti, ma occorre guardare anche all’intermodalità per offrire servizi commisurati al costante incremento dei passeggeri. Garantiremo massima collaborazione alle istituzioni regionali, per contribuire alla creazione di una rete strategica a favore della mobilità”.
PORTO – E dall’aeroporto al porto la corsa dista solo pochi km: «Lo scalo catanese – ha detto il dirigente dell’Area Tecnica dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar di Sicilia Orientale Riccardo Lentini – negli ultimi anni ha cambiato il suo volto, con investimenti su opere strategiche (come la darsena, il prolungamento del molo foraneo e la riqualificazione della vecchia Dogana) che hanno consentito di moltiplicare il trend del traffico ro-ro e traghetti: basti pensare che per movimentazione di veicoli e semirimorchi il nostro scalo è quarto in Italia, dopo Livorno, Genova e Trieste. L’asse Catania-Augusta consentirà di agire sinergicamente per creare un unico hub in grado di intercettare i flussi del Mediterraneo. Adesso la vera sfida è quella relativa al waterfront e alla creazione di una cerniera funzionale con il cuore del capoluogo etneo”.
METRO – Una città che oggi pian piano si sta abituando a muoversi anche sottoterra, sfruttando la nuova rete trasporti firmata Fce: “Il piano d’investimenti prevede 600 milioni di euro nei prossimi 5 anni e un obiettivo di “40 milioni di passeggeri” – ha spiegato il direttore generale della Ferrovia Circumetnea Alessandro Di Graziano – questo vorrà dire meno auto, maggiore vivibilità, qualità ambientale e facilità negli spostamenti. Il risultato che è la fotografia di una maggiore consapevolezza dei cittadini catanesi? Nel mese di ottobre 2017, con 600mila passeggeri, abbiamo praticamente raggiunto il target dell’intero anno 2016. Ma il vero obiettivo strategico che rivoluzionerà la nostra città è fissato per il 2023, quando avremo la possibilità di andare in metro da Misterbianco all’aeroporto”.
STRADE – Una proiezione sul futuro è anche quella del direttore del coordinamento territoriale dell’Anas Ugo Dibennardo: “Miriamo all’interconnessione delle opere con i sistemi hi-tech – ha spiegato – con il controllo e la gestione in tempo reale della strada attraverso la tecnologia IoT (internet of think). L’autostrada Catania-Palermo per esempio diventerà presto smart-road, con sistemi di comunicazione tra veicoli e strada, incremento dei livelli di sicurezza (videosorveglianza con rilevazione di eventi pericolosi, funzionalità di riprese diurne e notturne in qualsiasi condizione metereologica), accessi intelligenti, green island, sistema wired e hot spot Wi-Fi». E nel piano investimenti nazionale 2016/2020 (23,4 miliardi di euro in Italia), tra gli interventi che riguarderanno anche la Sicilia, il risanamento strutturale di ponti e viadotti sulle strade statali e sulle autostrade (lotto quest’ultimo da 8 milioni per l’Isola), l’adeguamento degli impianti nelle gallerie, ma soprattutto il completamento di itinerari strategici”.
FERROVIE – A chiudere il quadro l’amministratore delegato e direttore generale di Trenitalia Orazio Iacono, che in Sicilia conta 1379 km di infrastruttura, 10,8 milioni di passeggeri/anno, 157 stazioni, 377 Treni Regionali e 20 intercity: “Per il rafforzamento del trasporto ferroviario in Sicilia stiamo puntando su 3 pilastri – ha spiegato – investimenti del gestore dell’infrastruttura (1,8 miliardi di euro sostenuti al 2016 e circa 15 miliardi pianificati nel periodo 2017-21), ampliamento dell’offerta di trasporto di Trenitalia e più comfort a bordo, investimenti in impianti, informazione e tecnologia, acquisto di nuovo materiale rotabile da parte della Regione Siciliana con il supporto di Trenitalia. Il piano prevede progetti “Easy Station” e “Smart Station”: entro il 2026 infatti trasformeremo e adegueremo 24 stazioni siciliane medio/grandi per renderle più accessibili e confortevoli ai viaggiatori caratterizzandole con uno standard architettonico unico e funzionale”.
Il convegno si è concluso con la presentazione della nuova Associazione “Dicar Alumni” che riunisce gli ex allievi di Ingegneria dell’Ateneo catanese e con gli interventi dei presidenti dei Corsi di Laurea: Annalisa Greco (Ingegneria Civile e Ambientale); Loredana Contrafatto (Ingegneria Civile Strutturale e Geotecnica; Giuseppe Mussumeci (Ingegneria per l’Ambiente e il territorio); Gaetano Sciuto (Ingegneria Edile e Architettura).