Messina: riciclaggio, maxi sequestro ai Genovese per 100 mln di euro

Maxi sequestro di beni da oltre 100 milioni di euro alla famiglia dell’onorevole di Messina, Francantonio Genovese. Le accuse vanno da sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, riciclaggio ed auto riciclaggio.

Questa mattina gli agenti della guardia di finanza del comando provinciale di Messina, a conclusione di una complessa indagine di polizia economico-finanziaria, hanno sequestrato società di capitali, conti correnti, beni mobili e immobili e azioni riconducibili a Francantonio Genovese, al figlio Luigi, neo parlamentare regionale, il più eletto nella provincia, e ai suoi più stretti familiari.

Il provvedimento è stato emesso dal gip di Messina, Salvatore Mastroeni. Le indagini condotte dalle fiamme gialle hanno permesso di rinvenire fondi esteri per oltre 16 milioni di euro, schermati da una polizza accesa attraverso un conto svizzero presso la società Credit Suisse life Bermuda ltd.

I fondi in parte erano tranitati presso una banca di Montecarlo ed intestati ad una società panamente (Palmarich Investments), controllata da Francantonio Genovese e dalla moglie Chiara Schiò. I fondi, in parte, invece, (per oltre 6 milioni di euro), erano stati trasferiti in contanti in Italia direttamente a Genovese, attraverso spalloni e resi così irrintracciabili.

La provenienza del denaro veniva riferita da Francantonio Genovese al padre Luigi, 92 anni. Le verifiche reddituali sui conti di Genovese padre e figlio (Francantonio) hanno fatto emergere l’incompatibilità del patrimonio con le entrate dichiarare. Da qui la contestazione di riciclaggio per denaro derivante da reato, quantomeno da evasione fiscale.

Successivamente anche la moglie di Genovese, la Schirò, aveva aderito alla “voluntary disclosure” per la parte di sua competenza e sono emersi ulteriori gravi illeciti per le annualità fiscali di accertamento.

Dopo che dal 2016 a Francantonio Genovese erano stati notificati dall’agenzia delle entrate alcuni avvisi di accertamento per oltre 20 milioni di euro derivanti dalla conclusione di verifiche fiscali nei suoi confronti, le indagini della finanza hanno evidenziato una complessa attività di riciclaggio finalizzata anche a frodare il fisco.

Gli indagati, anche avvalendosi di alcune società a loro riconducibili, hanno posto in essere diverse operazioni immobiliari volte a trasferire ad altri soggetti beni immobili e disponibilità finanziarie in possesso di Francantonio Genovese per eludere il possibile sequestro dei 16 milioni provento del riciclaggio e per sottrarsi fraudolentemente al pagamento delle imposte per circa 25 milioni di euro.

Genovese, intanto, tentando di sfuggire all’aggressione patrimoniale nei suoi confronti, si è spogliato di tutto il patrimonio finanziario, mobiliare ed immobiliare a lui riconducibile, tramite la socieetà schermo Ge.Fin srl (ora L&A group srl) e Ge.Pa. srl di cui deteneva rispettivamente il 99% e il 45% delle quote sociali, trasferendo tutto al figlio Luigi, neo deputato all’Ars per Forza Italia, insieme a denaro proveniente dal precedente riciclaggio.

Genovese ha praticamente dismesso le proprie partecipazioni societarie attraverso strumentali e complesse operazioni di riorganizzazione del patrimonio sociale delle stesse ricorrendo alla cosidetta tecnica dell’altalena.

In pratica, prima veniva deliberata la riduzione del capitale sociale al di sotto della soglia di legge prevista delle stesse società per far fronte alle perdite artificiosamente generate dagli stessi indagati. Successivamente veniva disposto il ripianamento delle perdite con un nuovo versamento di capitale a carico dei soci. In queste occasioni Genovese dichiarava di rinunciare alla qualità di socio per mancanza dei fondi necessari per partecipare all’aumento di capitale, permettendo in tal modo l’ingresso in società del figlio Luigi Genovese, 21 anni, privo di risorse economiche proprie.

Queste manovre hanno consentito a Genovese, con la complicità del figlio Luigi, di vanificare gli effetti del pignoramento che sulle sue quote era stato effettuato da Riscossione Sicilia.

Genovese, infatti, ha partecipato come custode delle quote alle assemblee in cui si è deciso di azzeraree il valore delle proprie azioni per svariati milioni di euro e di consentire al figlio Luigi di subentrare, con la sottoscrizione di strumentali aumenti di capitale, nela titolarità piena della società eludendo il pignoramento.

Come ha pagato Luigi Genovese l’aumento di capitale? Con dei soldi arrivatigli tramite bonifico dal padre, nei giorni immediatamente precedenti alle operazioni.

I beni sequestrati oggi dalla guardia di finanza hanno riguardato Francantonio Genovese, la moglie Chiara Schirò; il figlio Luigi Genovese, la sorella Rosalia Genovese e il nipote Marco Lampuri, accompagnato da informazione di garanzia per i reati di riciclaggio e sottrazione indebita.

L’ammontare complessivo dei beni posti sotto sequestro supera i 100 milioni di euro e rappresenta il sequestro preventivo più ingente mai effettuato nel messinese.

Commenti
Caricamento...

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi