Palermo: mafia, 17 arresti. Decapitato un clan

I carabinieri del nucleo investigativo di Palermo hanno decapitato un clan mafioso di Palermo, effettuando 17 arresti. Le accuse di cui dovranno rispondere sono di associazione mafiosa, estorsione, tentato omicidio, rapina, illecita detenzione di armi e munizioni, intestazione fittizia di beni.

L’inchiesta è la prosecuzione di diverse operazioni condotte nei confronti degli affiliati al mandamento mafioso di Porta Nuova negli ultimi sei anni. Oggi è stato decapitato il clan di Borgo Vecchio.

Grazie alle intercettazioni e alle rivelazioni di due pentiti sono stati individuati assetti e dinamiche della cosca. Dall’indagine è emerso il ruolo di vertice nel clan di Elio Ganci. Nel 2015, certi di essere arrestati dopo la collaborazione con la giustizia di Francesco Chiarello, i fratelli Giuseppe e Domenico Tantillo, allora reggenti di Borgo Vecchio, avrebbero ottenuto il consenso dai vertici del mandamento di porta nuova per la designazione del loro successore individuato.  Secondo gli investigatori, era proprio Ganci. Quest’ultimo è stato scarcerato nel novembre di due anni fa dopo aver scontato una condanna per mafia ed estorsione.

Il boss si sarebbe servito di Fabio Bonanno, Salvatore D’Amico, Luigi Miceli e Domenico Canfarotta, delegati a curare il sostentamento economico dei familiari dei detenuti, le attività estorsive e il controllo della piazza di spaccio nel territorio di competenza mafiosa, attività con cui la mafia si finanzia e con cui controlla il territorio.

Sequestrate anche diverse attività commerciali riconducibili a cosa nostra, intestate a prestanomi attraverso cui il clan riciclava il denaro sporco.

Il racket del pizzo continua ad essere una delle principali forme di guadagno di Cosa nostra. Lo dimostra l’ultima indagine della direzione distrettuale antimafia di Palermo che ha portato agli arresti di oggi.

Sono stati anche individuati i responsabili di una sparatoria avvenuta il 4 marzo del 2015 nella piazza centrale del quartiere.

Coinvolti Giuseppe e Domenico tantillo e i componenti della famiglia di Francesco Russo che, dal 2006 al 2008, aveva retto l’organizzazione e intendeva, di fatto, riprenderne le redini.

Individuati, altresì. Gli autori di una rapina avvenuta il 26 giugno del 2011 in un’abitazione nel rione Borgo Vecchio. Nell’occasione la vittima venne ferita da colpi d’arma da fuoco. Il reato non era stato “autorizzato” e, quindi, i responsabili erano stati poi aggrediti fisicamente dagli esponenti del mandamento mafioso di Porta Nuova e dagli stessi vertici della famiglia mafiosa di Borgo Vecchio.

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