Saranno i capi della diplomazia di Italia e Polonia a scoprire lunedì 23 ottobre a Palermo la targa che commemora il grande compositore polacco Karol Szymanowski.
I ministri degli esteri dei due paesi, Angelino Alfano e Witold Waszczykowski, parteciperanno infatti alla cerimonia di inaugurazione della lapide di bronzo che sarà collocata davanti al prestigioso Teatro Massimo, nel giardino a destra della scalinata.
Dalla parte opposta si trova già il busto di Giuseppe Verdi. All’evento saranno presenti il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il sovraintendente del Teatro Massimo Francesco Giambrone e i rappresentanti dell’Ambasciata di Polonia a Roma.
La targa è stata realizzata su iniziativa della rappresentanza diplomatica polacca in Italia che così ha voluto onorare la memoria del compositore nell’80° anniversario della sua morte.
Perché proprio Palermo? Perché Szymanowski durante la sua vita era più volte venuto nel capoluogo siciliano ed è in Sicilia che cercava ispirazione per le sue opere. La Trinacria fu la sua musa: grazie ad essa sono nate capolavori quali l’opera “Re Ruggero” che ha inaugurato quest’anno anche la stagione dell’Accademia di Santa Cecilia a Roma, il ciclo pianistico ispirato alle Metope di Selinunte, conservate nel Museo Archeologico di Palermo, o la “Fontana di Aretusa”, composizione nella quale Szymanowski ha tradotto in note musicali il famoso mito della ninfa e riferita all’omonima fonte d’acqua dolce che sgorga sulla riva del mare nell’isola di Ortigia a Siracusa.
La targa di bronzo che con la sua forma ricorda proprio la metope è stata progettata dallo scultore polacco Bronisław Krzysztof. L’evento si svolgerà con il patrocinio dell’Ambasciata di Polonia a Roma, del Consolato Onorario di Polonia a Palermo, della Città di Palermo e del Teatro Massimo.
Karol Szymanowski (1882-1937) e la Sicilia
Tra gli anni 1911 e 1914, Szymanowski giunge in Sicilia in cerca di nuove ispirazioni per le sue opere. Come racconta la prof.ssa Monika Prusak, in quel momento egli vive una crisi artistica, che si rafforzerà dopo l’inizio della Prima Guerra Mondiale. Szymanowski visita i monumenti arabo-normanni e il Museo Archeologico di Palermo, la Valle dei Templi di Agrigento, il Teatro antico di Segesta, le Latomie e la Fonte di Aretusa di Siracusa, nonché il Teatro antico di Taormina, rimanendo folgorato dalla ricchezza naturale e artistica dell’isola. Egli è affascinato dalla storia intrigante della Sicilia, dove si fondono tutt’oggi le influenze di diverse culture: bizantina, araba e normanna.
Dopo il suo ritorno in Polonia Szymanowski compone una serie di opere ispirate ai luoghi concreti e ai miti, come i Canti d’amore di Hafiz, la Terza Sinfonia “Canto della notte”, Notturno e tarantella, le Metope, i Miti – tra cui la famosa Fonte di Aretusa -, i Canti di una principessa della favola, e il Primo concerto per violino.
Subito dopo la Guerra, Szymanowski inizia a comporre l’opera Re Ruggero, nella quale riaffiorano i ricordi siciliani e che ha come sfondo quella serie di monumenti rimasti impressi nella sua memoria: la Cappella Palatina, le rovine dei templi greci e di un teatro antico.
Questi luoghi diventano il palcoscenico del dramma interiore del protagonista. Ruggero II, re normanno della Sicilia medioevale, diventa per Szymanowski l’emblema dell’ordine e della dedizione all’arte, mentre il suo carattere, fermo nonostante i momenti di dubbio, costituisce un esempio nel quale il compositore polacco si identifica come uomo e come artista.