Nella mattinata del 10 ottobre 2017, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, personale della Polizia di Stato ha eseguito il decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla predetta Autorità giudiziaria nei confronti di cinque rapinatori.
Si tratta di Ivan Bertino, 32 anni; Giuseppe Di Silvetro, 37 anni; Cristian Gallo, 31 anni, tutti indiziati di rapina aggravata, detenzione e porto illegale di armi da fuoco e ricettazione, commessi in concorso tra loro e con altri soggetti già arrestati in flagranza di reato della squadra mobile il 17 settembre 2017.
In quell’occasione agenti della squadra mobile nel comune di Giarre sono intervenuti in via don Tommaso Leonardi. Individuati 10 individui travisati da passamontagna, alcuni dei quali armati di pistola. Stavano aggredendo tre cittadini cinesi che stavano entrando in auto con un bagaglio al seguito.
Nel corso delle concitate fasi della rapina gli operatori di polizia sono intervenuti immediatamente riuscendo ad arrestare, dopo un rocambolesco inseguimento, Salvatore Bonaccorsi, 28 anni;, Salvatore Calvagna, 34 anni; Salvatore Giuffrida, 31 anni, Giovanni Trovato, 28 anni e il senegalese Moustapha Diop Serigne, 49 anni.
Particolare il ruolo rivestito da quest’ultimo. Il DIOP, infatti, pur non partecipando all’aggressione delle vittime, in occasione della rapina era stato notato più volte transitare, a bordo di un’autovettura poi risultata provento di furto, nei pressi del luogo del delitto (fatto, questo, che aveva insospettito gli investigatori che opportunamente lo bloccavano subito dopo la commissione del reato).
L’analisi dei contatti, rilevati sugli apparecchi telefonici sequestrati, permetteva di accertare numerose chiamate incrociate tra Diop e Calvagna che dimostravano il coinvolgimento del senegalese nei fatti.
Gli altri cinque complici, impossessatisi del bagaglio, riuscivano a fuggire a bordo di una delle auto con cui avevano raggiunto Giarre.
All’interno della valigia era custodita la somma di 60 mila euro circa, che sarebbe dovuta servire ad un pagamento di merce già ricevuta.
Le investigazioni hanno consentito non solo di individuare i fuggitivi negli odierni fermati, ma anche di raccogliere plurimi elementi di reità a loro carico proprio in ordine alla loro fattiva partecipazione alla rapina. Vano il loro tentativo di nascondersi, cambiando le loro abitudini di vita e, in un caso, anche domicilio.
Nel corso delle indagini sono stati sequestrati quattro veicoli, strumentali alla commissione del delitto, risultati provento di furto, sui quali erano state apposte targhe di provenienza furtiva. Dopo le formalità di rito i fermati sono stati associati al carcere di Catania dove resteranno disposizione dell’Autorità giudiziaria.