“Voti in cambio di lavoro? Intervenga il prefetto di Catania”. E’ quanto chiede il movimento 5 stelle con un documento firmato da esponenti nazionali e locali del movimento in una lettera inviata al prefetto di Catania e all’assessore regionale delle autonomie locali.
“Esercitino i loro poteri di controllo e vigilanza sulla Mosema, società partecipata dal comune di Mascalucia e da altri comuni della provincia di Catania che svolge il servizio di raccolta rifiuti, per far luce sulle modalità di assunzione del personale. Le imminenti elezioni regionali fanno sospettare che la società e i suoi dipendenti vengano utilizzati come merce di scambio elettorale per coloro che la gestiscono e controllano”.
I firmatari della lettera inviata sono: i deputati nazionali Nunzia Catalfo, Mario Michele Giarrusso, Ornella Bertorotta, Giulia Grillo e Gianluca Rizzo, le deputate dell’Ars Gianina Ciancio e Angela Foti e la consigliera comunale di Mascalucia Agata Montesanto.
“E’ di qualche giorno fa infatti – prosegue la nota – la pubblicazione di un audio che rilancerebbe forti dubbi sul gioco clientelare delle assunzioni a tempo determinato in campagna elettorale. L’audio in questione riguarda l’Assessore ai Servizi sociali del comune di Mascalucia, Santo Giordano, che pare abbia sollecitato un dipendente della società partecipata a sostenere un candidato alle prossime elezioni regionali in cambio della permanenza in servizio presso la stessa Mosema”.
“Per questo abbiamo chiesto al Prefetto e all’Assessore Regionale delle Autonomie Locali di fare tutto quello che è in loro potere in merito alle assunzioni del personale da parte della Mongibello Servizi Mascalucia (Mo.Se.Ma.), la società partecipata del Comune che da qualche mese ha intrapreso il percorso di trasformazione in House. Recentemente – conclude la nota – la società ha emanato un regolamento per determinare le modalità di assunzione del personale. Regolamento rimasto misterioso nonostante le ripetute richieste da parte della consigliera comunale M5S, Agata Montesanto, sia attraverso interrogazioni consiliari sia attraverso richiesta di accesso agli atti”.