Una finestra sul mare Jonio, una delle più belle terrazze sul mare, quella del grand hotel Timeo di Taormina, arte, eleganza e un profondo amore per l’arte e la pittura. Sono stati questi gli ingredienti della mostra personale del maestro Lorenzo Chinnici, (Merì, 1942), che è stata ospitata fino al 24 settembre nel Belmond Grand Hotel Timeo.
Fra il teatro greco, il monumento più celebrato della Sicilia antica e il panorama mozzafiato della costa orientale siciliana, fra i riflessi del Mar Ionio e la maestosità dell’Etna, hanno fatto da cornice all’evento. Dopo una carriera internazionale, Chinnici torna alle origini, torna nella sua terra natìa. E lo fa con una mostra bellissima e suggestiva.
Dopo una carriera espositiva internazionale che ha toccato città quali Parigi, Milano, Londra e New York, è giunto il momento per Chinnici di confrontarsi con le proprie radici, di ritornare “a casa”. Una terra, la Sicilia, che già in passato gli aveva tributato onori, come dimostrano le parole di una recensione del poeta di Galati Mamertino (Me), Nino Ferraù, concessaci dallo stesso Chinnici.
“Nella figura c’è quasi sempre qualcosa di sofferto, di triste e di malinconico; c’è un clima di dramma e talvolta anche di tragedia che comunica al cuore sensazioni di pena raccolta in angoli di solitudine, proprio come quella di certi pescatori e di certe maternità senza sorriso.
Forse in quelle figure, strappate dall’autore alla realtà, ci sono ricordi e le visioni di un’infanzia tormentata e di un’adolescenza insicura, già testimone ed erede, di tante rovine di guerra.
Sono figure senza retorica che si offrono, oltre che come immagini, come messaggio, qualche volta anche come rimprovero o ammonimento affinché ogni dopo guerra non rischi di diventare un anteguerra, come purtroppo avviene molto spesso.
I temi più ricorrenti sono la sofferenza e il lavoro. Accanto al quadro raffigurante il pescatore che rammenda le reti, c’è quello che raffigura un uomo di mare che… non fa niente. Ma chi può dire che guardare il mare e pensare sia ozio? Quel pescatore lascia indovinare il travaglio dei suoi pensieri e delle sue ansie, anche se ci volta le spalle; egli contempla le onde e le nuvole, interroga l’orizzonte e vede che non è molto sereno.
Così Lorenzo Chinnici, attraverso i suoi personaggi, si palesa come un artista che riesce a dare un colore anche ai pensieri degli stessi: e sono, molto spesso, pensieri grigi che muoiono soffocati dalla noia, dall’apatia o dalla rassegnazione: quella rassegnazione che non piace a Guttuso e che nei suoi personaggi diventa più volentieri ribellione.
Nino Ferraù”
Felicità viene espressa anche dall’artista per l’esito della mostra. “Io di mostre ne ho fatte in vita mia…ma una roba del genere sotto tutti i punti di vista, dal panorama ai dettagli, è stato qualcosa di veramente raro. Sono contento“.
E contenti saranno stati anche i numerosi visitatori della mostra che hanno avuto modo di ammirare le opere di Chinnici e lo splendido panorama.