Amava leggere la grande letteratura e le pubblicazioni della stampa contemporanea, medico chirurgo, ginecologo, altruista, umano e appassionato di musica classica. Questo e molto altro ancora è stato Gaetano Joppolo Barbitta di Tortorici (Me). A lui è stato dedicato un convegno organizzato dalla professoressa Lucia Di Paola in collaborazione con il centro di storia patria di Tortorici e l’amministrazione comunale.
Nel corso della manifestazione, a cui ha preso parte il sindaco Carmelo Rizzo Nervo, è stata tratteggiata la figura di Joppolo Barbitta, sconosciuto ai più giovani. L’obiettivo è quello di rivalutare gli oricensi che hanno contribuito a fare la storia del paese e a farli conoscere e apprezzare per le loro opere.
Joppolo Barbitta ha esercitato la propria professione di medico fino al 1962, anno della sua morte. A lui si rivolgevano colleghi anche forestieri per avere consulti, confermati poi dai grandi luminari. Ma non ebbe vita facile. Perse la madre per una malattia, lo stesso accadde con la sorella Francesca, brava pianista, scomparsa molto giovane e poi il suicidio del fratello.
Il dottore Joppolo Barbitta per Tortorici ha fatto tanto in termini umani. Ma ha anche lasciato in eredità al comune lo stabile che ha ospitato fino a pochi anni fa la guardia medica e il poliambulatorio dell’Asl in via Roma e la casa natale che adesso l’amministrazione Rizzo Nervo vorrebbe riuscire a ristrutturare, trovando dei finanziamenti, per renderla fruibile al pubblico.
La professoressa Lucia Di Paola nel corso della manifestazione, svoltasi nell’aula consiliare Giovanni Paolo II a Tortorici, ha raccontato di come Joppolo fosse “un uomo colto, fine intellettuale, conosceva molte lingue, amava la lettura e i libri che considerava i suoi migliori amici, i soli che potevano lenire i suoi affanni e dare qualche gioia al suo spirito provato da tante sofferenze”.
Il dottore Joppolo Barbitta era anche un appassionato di musica classica e amava, in particolare, Chopin, Beethoven, Debussy e Ravel. Proprio per questo nel corso della manifestazione si sono esibiti i maestri Renato Donà al violino e Luca Ballerini al pianoforte, quest’ultimo noto interprete delle sue opere.
La passione del dottore Joppolo per la musica è stata raccontata anche dall’avvocato Calogero Randazzo il quale ha ricordato come fosse solito frequentare la casa di Maria Ioppolo, compianta insegnante di pianoforte del paese, per ascoltare le esecuzioni di brani di Chopin, compositore che amava particolarmente. “Circulus et calamus me fecerunt” era solito dire. E adesso si sta lavorando per ricordare la sua figura come oricense illustre, anche in qualità di fine letterato.
Di Joppolo Barbitta l’allora assessore alla cultura in una delle legislazioni di Rizzo Nervo, l’ex preside Lidia Mollica Calimeri aveva trovato sette manoscritti. Un vero e proprio zibaldone che sono stati analizzati ora da Lucia Di Paola e il contenuto divulgato al pubblico nel corso dell’evento di ieri sera.
Alcune pagine tratte dai manoscritti, che spaziano dall’arte alla cultura, dalla scienza alla medicina, dai temi sociali alla musica, dalla cronaca e al teatro, da dissertazioni sull’Antico testamento a quelle sui libri di poesia e letteratura amati dall’oricense, sono state lette in aula da Nino Ferraloro, accompagnato al pianoforte dal maestro Maurizio Galati.
“A tale Zibaldone – ha dichiarato Lucia Di Paola – biblioteca vivente oltre che testimonianza di un patrimonio culturale ingente e di una ricca emeroteca di cui rimane solo il ricordo, è sotteso un messaggio forte e chiaro sull’utilità della lettura e sull’importanza del libro di cui dovremmo riappropriarci dato che l’era digitale ce li ha fatti dimenticare”.